Cos’è la pinsa? Scopri la delizia romana che sta conquistando tutti

Negli ultimi anni, un nuovo protagonista ha fatto il suo ingresso nel mondo della gastronomia italiana: la pinsa. Ma cos'è esattamente la pinsa? Come si prepara? Scopriamo insieme le origini, le caratteristiche e il motivo per cui questa specialità romana sta diventando una vera e propria tendenza culinaria. Se sei curioso di sapere cos'è la pinsa: scopri la nuova tendenza culinaria che sta rivoluzionando il concetto di pizza tradizionale.

Le origini della pinsa romana

La pinsa affonda le sue radici nell'antica Roma, quando veniva preparata come una sorta di focaccia schiacciata, utilizzata come base per accompagnare pietanze o come pasto veloce. Il termine "pinsa" deriva dal latino "pinsere", che significa "allungare" o "stendere", e richiama la caratteristica forma allungata di questo piatto. Nonostante le sue antiche origini, la pinsa moderna è il frutto di un'evoluzione gastronomica che combina tradizione e innovazione.

Cos'è la pinsa moderna?

La pinsa, oggi, si distingue dalla pizza tradizionale per diversi motivi, a partire dall'impasto. Preparata con una miscela di farine (frumento, riso e soia) e con un'idratazione elevata, l'impasto della pinsa è particolarmente leggero e digeribile. Questo, unito a una lunga lievitazione che può durare fino a 72 ore, garantisce una consistenza soffice all'interno e croccante all'esterno. La forma della pinsa è ovale o rettangolare, una differenza estetica che la rende immediatamente riconoscibile rispetto alla pizza rotonda tradizionale. Anche il gusto è unico: grazie alla miscela di farine e alla cottura in forno, la pinsa offre un sapore autentico e delicato che si sposa perfettamente con una vasta gamma di condimenti.

Perché la pinsa sta conquistando tutti?

Uno dei motivi principali per cui la pinsa sta spopolando è la sua leggerezza. L'impasto, altamente digeribile e meno calorico rispetto a quello della pizza tradizionale, è perfetto per chi cerca un'alternativa più salutare senza rinunciare al gusto. Inoltre, la versatilità della pinsa consente di creare abbinamenti originali e di soddisfare i gusti di tutti, dai tradizionalisti agli amanti delle combinazioni gourmet. I ristoranti e le pizzerie hanno colto al volo questa tendenza, introducendo nei loro menu una vasta scelta di pinse che spaziano dalle versioni classiche, come margherita o prosciutto e funghi, a quelle più creative, con ingredienti come burrata, fichi, miele, salmone affumicato e molto altro. Si possono accompagnare ad un calice di vino, per un aperitivo gustoso e completo.

Come preparare una pinsa perfetta a casa

Se hai voglia di sperimentare e preparare una pinsa direttamente nella tua cucina, segui questi semplici passaggi.

  1. Gli ingredienti:
    • 500 g di farina (miscela di frumento, riso e soia)
    • 350-400 ml di acqua fredda
    • 10 g di sale
    • 5 g di lievito di birra secco
    • 20 ml di olio extravergine d'oliva
  2. Preparazione dell'impasto:
    • In una ciotola, mescola le farine e aggiungi il lievito.
    • Versa gradualmente l'acqua, impastando lentamente per ottenere un composto omogeneo.
    • Aggiungi il sale e l'olio, continuando a lavorare l'impasto.
    • Copri l'impasto con un panno umido e lascialo lievitare per almeno 24 ore in frigorifero.
  3. Stesura e cottura:
    • Una volta lievitato, stendi l'impasto su una teglia, dandogli la tipica forma ovale.
    • Condisci a piacere e cuoci in forno preriscaldato a 250°C per circa 10-15 minuti, fino a quando non risulterà croccante e dorato.

Pinsa e pizza: le differenze principali

Spesso si tende a confondere la pinsa con la pizza, ma sono diverse sotto molti aspetti. Ecco alcune delle differenze più evidenti:

  • la pinsa utilizza una miscela di farine e ha un'idratazione più alta rispetto alla pizza;
  • mentre la pizza è tipicamente rotonda, la pinsa è ovale o rettangolare;
  • la lunga lievitazione dell'impasto della pinsa la rende più leggera e digeribile;
  • la pinsa viene cotta a temperature leggermente inferiori rispetto alla pizza, garantendo una croccantezza unica.

Dove gustare una pinsa autentica

Se non hai voglia di prepararla a casa, puoi trovare la pinsa in molti ristoranti e pizzerie, soprattutto nelle grandi città italiane. A Roma, sua città natale, non mancano locali storici e moderne pinserie dove poter assaporare questa delizia. Ma la pinsa ha ormai varcato i confini della Capitale, conquistando anche altre regioni d'Italia e persino l'estero. Ora che sai cos'è la pinsa, è facile capire perché questa specialità romana stia conquistando il palato di tutti. Leggera, digeribile e incredibilmente versatile, la pinsa rappresenta una valida alternativa alla pizza tradizionale, senza rinunciare alla bontà e alla qualità degli ingredienti.

Farciture per pinsa romana: i salumi che esaltano il gusto dell’impasto

Le farciture della pinsa romana rappresentano un capitolo fondamentale nella cultura gastronomica laziale. L'arte di guarnire questo impasto speciale si è evoluta nel tempo, trasformando una preparazione semplice in un piatto gourmet apprezzato in tutta Italia. La base croccante e soffice della pinsa offre il supporto ideale per valorizzare i migliori salumi della tradizione italiana. La ricerca degli abbinamenti perfetti ha portato alla creazione di combinazioni che esaltano sia la qualità dell'impasto che la nobiltà dei salumi selezionati. Dai prodotti DOP ai salumi artigianali, ogni farcitura racconta una storia di eccellenza e tradizione, creando un connubio che soddisfa anche i palati più esigenti.

Le farciture di salumi ideali per pinsa romana

La selezione dei salumi migliori per guarnire l'impasto richiede attenzione e competenza. Scopri le farciture di salumi ideali per pinsa romana nelle combinazioni più apprezzate tra ingredienti DOP e IGP. Il culatello di zibello sprigiona la sua dolcezza naturale sulla base ancora tiepida, mentre il prosciutto san Daniele regala note delicate e un aroma inconfondibile ad ogni morso.

La mortadella di Bologna contribuisce con la sua consistenza vellutata che contrasta piacevolmente con la croccantezza della base. Il taglio degli affettati richiede precisione certosina per garantire lo spessore ideale e liberare i profumi caratteristici. La temperatura di servizio, mantenuta tra i 18 e i 20 gradi, permette di apprezzare al meglio le qualità organolettiche dei salumi selezionati.

Mortadella di Bologna: l'abbinamento perfetto per l'aperitivo

Il salume emiliano IGP esprime il massimo potenziale sulla base ancora calda, quando incontra la crema di ceci aromatizzata con olio extravergine e lime. L'alternativa con ricotta fresca e granella di pistacchio crea un contrasto di consistenze sorprendente. La preparazione richiede un taglio sottile della mortadella per mantenere l'equilibrio con la base croccante. A cubetti, questa versione si trasforma in un finger food raffinato, perfetto per l'aperitivo con le bollicine. Il calore residuo dell'impasto amplifica i profumi caratteristici del salume.

La delicatezza del San Daniele e della Bresaola

Il prosciutto friulano e il salume valtellinese incarnano l'eleganza sulla base romana. L'abbinamento classico con rucola e scaglie di grana trova una nuova dimensione sulla superficie croccante. Stracchino e burrata aggiungono una nota cremosa al bouquet di sapori, mentre fichi freschi o pistacchi donano dolcezza naturale. La stagionatura di questi affettati richiede particolare attenzione alla temperatura di servizio. Il taglio, rigorosamente a mano, deve garantire fette sottili che si adagiano sulla superficie tiepida.

Porchetta di Ariccia: tradizione laziale sulla pinsa

Il celebre salume IGP laziale porta con sé profumi intensi di aglio, pepe nero e rosmarino che trovano nell'impasto il supporto ideale. La preparazione si arricchisce con patate lesse, insaporite con prezzemolo ed erba cipollina. La salsa alla birra, riduzione di chiara con zucchero, aggiunge carattere all'insieme. Il segreto sta nel taglio: fette sottili disposte con cura sulla base di patate garantiscono la giusta proporzione in ogni morso.

Abbinamenti gourmet

La scelta del vino giusto esalta le proprietà organolettiche degli affettati sulla base romana. I rossi del Monferrato, territorio dalla tradizione millenaria, accompagnano magistralmente la porchetta e i salumi più intensi. Il Barbera giovane sprigiona note fruttate che bilanciano la sapidità del San Daniele, mentre un Grignolino maturo si sposa con la mortadella. La cantina piemontese propone etichette selezionate che valorizzano ogni abbinamento: dai rossi strutturati per i salumi più intensi alle bollicine fresche per le farciture delicate. Un Ruché di Castagnole Monferrato DOCG, con i suoi aromi speziati, crea un connubio perfetto con la bresaola.

Consigli per una farcitura perfetta

La temperatura di servizio gioca un ruolo fondamentale per esaltare gli affettati sulla specialità romana. I salumi vanno tolti dal frigorifero almeno mezz'ora prima dell'utilizzo per raggiungere i 18-20 gradi ideali. Lo spessore del taglio varia secondo il tipo: sottilissimo per prosciutto e bresaola, leggermente più spesso per mortadella e porchetta. L'assemblaggio richiede tempismo: gli affettati vanno disposti quando la base è ancora tiepida ma non bollente, per evitare che rilascino troppo grasso. Un filo d'olio extravergine d'oliva a crudo aggiunge il tocco finale, esaltando i sapori senza coprire gli aromi dei salumi.

Birre inglesi: qual è la tradizione birraia d’Albione?

Il titolo di questo articolo ci riporta indietro nel tempo, difatti è proprio con il termine Albione che veniva anticamente chiamata la Gran Bretagna. Ad oggi sappiamo che gli antichi inglesi cominciarono a produrre malto e birra nello stesso periodo degli Egizi, circa nel 5000 a.C.

Ma qual è, quindi, la loro tradizione?

La storia della birra inglese

All’inizio, gli inglesi aromatizzavano le loro birre in diversi modi: con il miele, ad esempio, ma anche utilizzando bacche ed erbe aromatiche, per non parlare del fatto che furono tra i primi a scoprire l’essiccazione del grano nei forni. Nonostante la lunga storia che c’è sull’antica produzione della birra inglese, all’epoca e per molto tempo questa era affidata alle donne che la vendevano fuori porta cosicché le entrate della casa potessero aumentare. Soltanto dopo tempo divenne un mestiere anche per gli uomini.

Un’altra particolare curiosità, a proposito delle birre inglesi, risale al modo in cui esse vengono tutt’ora chiamate. Mentre nel resto del mondo si sceglie un vero e proprio nome, in Inghilterra sono gli aggettivi che ne descrivono il gusto a dargli il nome. Per intenderci, una birra dal nome “Bitter” è più amara di una dal nome “Mind”, che si presenta invece più dolce.

Ale & Beer: Due tipologie di birre inglesi dalle sostanziali differenze. All’inizio della sua produzione, difatti, la birra inglese era priva di luppolo. Le così chiamate birre “Ale” erano, e sono, birre particolari dal gusto speziato. Le “Beer”, invece, sono arrivate tempo dopo, quando gli inglesi si sono resi conto che la temperatura del loro paese era perfetta per la coltivazione del luppolo e se ne incominciò quindi la produzione e l’utilizzo.

Bitter Ale: Ad oggi, la Bitter Ale è la birra più famosa conosciuta in Inghilterra. Si tratta di una birra poco alcolica e dal color ambrato, con un particolare gusto di malto e contenente poca anidride carbonica. Il termine bitter, oltre ad indicarne il sapore leggermente amarognolo, ne indica anche la gradazione alcolica. È Bitter difatti una birra avente al di sotto di 4%, Strong o Special Bitter una avente fino ai 4,5% ed è invece denominata ESB (Extra Special Bitter) una birra avente fino a 5,5%.

Le birre più apprezzate: Tra le birre inglesi più apprezzate anche in Italia troviamo sicuramente le Stout, caratterizzate dall’alta fermentazione e dal gusto particolare di malto e orzo tostato, le Barley Wine, particolari per avere un sapore molto vicino a quello del vino e un tasso alcolico molto più alto delle normali birre, le Bitter, le Brown, chiamate così per il loro colore ambrato, le Porter, molto simili alle birre Stout ed, infine, le birre Scotch, aventi un gusto molto caramellato ed una gradazione alcolica considerevole.

Birre inglesi commerciali: Sarebbe senz’altro magico poter sorseggiare una buona birra inglese nei pub più caratteristici dell’Inghilterra, dove c’è la vera e propria usanza di trascorrere del tempo con amici, parenti o magari in tranquilla solitudine, a guardare la partita o semplicemente lavorando, avendo vicini a sé una buona birra appena spillata o servita direttamente in bottiglia.

Ma per quanto ci riguarda, non essendo Londra proprio a portata di mano, per sorseggiare una buona birra inglese, sarà necessario accontentarsi di quelle oggi presenti in commercio. Queste birre, infatti, sono reperibili in qualsiasi punto vendita ben fornito, ma anche e soprattutto online, dove per ordinarle basta un click. Siti come birredamanicomio.com, fattiunabirra.it e cantinadellabirra.it possono aiutare, e di certo non dimenticherete di consultare 1001birre.it, che già dal nome vi sarà facile immaginare la vasta scelta di birre inglesi che potrà presentarvi.

I drink più bevuti al mondo

Quali sono i drink più bevuti al mondo, i cocktail che hanno fatto la storia e continuano a farsi apprezzare, spesso spaziando tra diverse generazioni? Andare a formulare un’unica classifica non è per nulla facile e meno che mai qualcosa di scontato, molto dipende dalla tipologia di locali e naturalmente di clientela, i gusti dei più giovani non coincidono necessariamente con chi ha qualche anno in più, ma possiamo comunque individuare alcuni trend di massima, ormai decisamente ben consolidati, in alcuni casi anche da parecchi anni.

Come per alimenti, bevande e prodotti in genere, anche per i cocktail vengono stilate periodiche classifiche, vediamo quindi quali sono i drink più popolari, quelli più bevuti e richiesti, a livello internazionale e nazionale.

Non ci sono grandi sorprese, tutti i cocktail in classifica si possono definire come dei grandi classici, forti di ricette ben consolidate e di una lunga storia e tradizione. Spesso sono così anziani che la loro genesi non è più qualcosa di certo, ma diventa una sorta di racconto leggendario, in gran parte non verificabile.

Tra i drink più famosi, apprezzati e maggiormente bevuti al bancone del bar, in praticamente tutto il mondo, troviamo di sicuro: l’Old Fashioned, il Negroni, il Daiquiri, il Martini (nella sua versione Dry) e il Gin Tonic, che stanno in buona compagnia con altri grandi nomi, noti ai più. Se ci concentriamo sui gusti degli italiani, si cambia leggermente, con Negroni al primo posto, seguito da Cuba libre, Mojito e Martini Dry. Tra i più giovani, funzionano molto bene anche Sex on the beach (forse sopratutto per il suo nome) e Gin Lemon, altro classico praticamente immortale.

A seguire, sia nella classifica nazionale che in quella internazionale, si trovano poi altri classici senza tempo, come: Manhattan, Aperol Spritz, Bloody Mary, Moscow Mule e Mai Tai. Molti di questi hanno anche una loro versione Virgin, per chi non beve alcolici.

Diversi dei citati drink sono piuttosto semplici, spesso infatti vengono anche preparati a casa, la semplicità è dovuta principalmente all'utilizzo di pochi ingredienti, ma per prepararli al meglio questi andranno sapientemente miscelati e serviti e la cosa è tutt’altro che scontata.

Prendiamo ad esempio l'Old Fashioned, che come altri classici, esiste dall'Ottocento, ed è ancora tra i più bevuti in giro per il mondo, si tratta di un cocktail americano che si basa principalmente sulla presenza di un buon whisky, ma bisogna prestare attenzione a come lo si prepara e serve.

La sua ricetta prevede:

  • 4,5 cl di Bourbon o Rye whisky;
  • 2 o 3 gocce di Angostura;
  • 1 zolletta di zucchero;
  • Acqua frizzante o soda;

Importante sarà anche servirlo nel giusto bicchiere, un tumbler basso, con qualche cubetto di ghiaccio, guarnito con una scorza d’arancia e una ciliegina rossa.

Capire quali sono i cocktail più richiesti può dare informazioni interessanti su vari trend e sull’evoluzione del gusto dell’utenza, che può influenzare non poco le proposte dei locali e dei singoli barman. Ci possono essere cocktail che entrano o escono dal listino, ma può anche capitare, come più volte accaduto in passato, che un cocktail muti, si evolva, cambi ingredienti o dia vita a delle variazioni, capaci in alcuni casi anche di imporsi sull’originale.

Come ogni cosa, anche il modo di bere cambia nel tempo e spesso segue dei veri e propri trend. L’Americano è tra i cocktail che ha saputo più spesso modificarsi e anche far nascere nuove varianti di successo e non a caso è tra i più longevi ed apprezzati nel mondo. Ci da quindi una lezione di resilienza molto importante. Le tradizioni sono importanti, ma l’apertura alla sperimentazione e all’ascolto di cosa chiede la clientela, lo è altrettanto.

Le bollicine da scegliere per le feste di Natale

Novembre è iniziato ed è già arrivato il momento di organizzare il cenone della vigilia di Natale e il pranzo del 25. Si tratta, infatti, di due occasioni molto importanti che vale la pena di preparare in anticipo e soprattutto con molta attenzione. Ciò vuol dire fra l’altro scegliere il menù giusto e, soprattutto, trovare i vini migliori per degli abbinamenti perfetti. Che si tratti di un pranzo o di una cena, in effetti, le bollicine dovrebbero essere sempre protagoniste, e a volte sono in grado addirittura di accompagnare un pasto intero. Certo, è fondamentale scegliere le bollicine ideali per il momento più appropriato: per fortuna la tradizione italiana mette a disposizione un vasto assortimento di spumanti da gustare dal momento dell’aperitivo a quello del dolce.

Aperitivo e antipasti: quali sono le bollicine migliori?

Se si vuole inaugurare la cena di Natale – come si suol dire – con il botto, c’è bisogno di una bottiglia che abbia la capacità di sbalordire tutti gli invitati. Le bollicine ideali per l’aperitivo e per gli antipasti devono essere di prestigio, meglio se italiane. Ecco, allora, che si può puntare su un Franciacorta Brut o su un Prosecco sia in abbinamento con degli antipasti di mare, come per esempio le tartine di pesce, ma anche con i tipici stuzzichini salati: spazio ai formaggi, meglio se non eccessivamente erborinati o stagionati come il Parmigiano Reggiano, così come ai salumi, a patto che non siano molto speziati (la mortadella e il prosciutto vanno più che bene). Ma un’altra proposta che merita di essere presa in considerazione è quella dello spumante extra brut da uve Pinot Nero, metodo classico. Tutti quelli che abbiamo citato sono vini che si contraddistinguono per un perlage elegante e al tempo stesso fine; in più vantano profumi eleganti e piacevoli, soprattutto fruttati, in grado di valorizzare il momento iniziale della cena.

I primi piatti: le proposte da considerare

Il Prosecco Brut è essenziale anche quando in tavola vengono portati primi piatti in cui il pesce è protagonista. Dopo averlo stappato per l’aperitivo, infatti, questo vino è adatto a tutte le portate dal sapore di mare, ma ovviamente non per il dolce. Non si può non apprezzare il suo gusto secco e armonico, che impreziosito da profumi floreali eleganti ben si abbina a un risotto ai frutti di mare o a un piatto di spaghetti allo scoglio. Altri accostamenti consigliati sono quelli con i primi ai funghi, alle verdure o ai tartufi. Il Trento DOC Brut è un’altra eccellenza degli spumanti nostrani, e va bene in presenza di primi dal gusto delicato.

I secondi di carne e di pesce

Si può osare con etichette molto importanti quando si passa ai secondi. Nel caso in cui in tavola venga servita una frittura di pesce, conviene propendere per un Franciacorta Satèn, che ha la capacità di pulire e di sgrassare il palato. Questo vino, per altro, è adatto anche ad altri piatti di pesce a carne bianca, come la triglia, il merluzzo, il branzino e la sogliola, che hanno un gusto delicato e leggero, oltre che al salmone, al capitone e al baccalà. Se i secondi di pesce sono più saporiti e corposi, invece, ci vuole un Franciacorta Rosè. Per un menù in cui sono presenti delle carni bianche, gli appassionati di bollicine possono vedere assecondati i propri gusti con un Trento DOC Brut Riserva Millesimato, morbido e pieno, oppure con un Blanc de Noir da uve Pinot Nero, metodo classico.

Il dolce

Infine per il dessert il consiglio è di scegliere un Asti Spumante che impreziosisce qualunque dolce, dal panettone al pandoro. In alternativa, ecco una meraviglia come il Ca' del bosco, vino che viene realizzato in un territorio di cui fanno parte otto paesi della Franciacorta, da vigne che hanno oltre 40 anni e che offrono le uve migliori di Cabernet Sauvignon, di Cabernet Franc, di Merlot, di Pinot Nero, di Pinot Bianco e di Chardonnay. Lo spumante Ca’ del Bosco, con la DOCG Franciacorta, è realizzato con un metodo unico che si rivela esclusivo sin dal momento della selezione degli acini fino alla fase di lavaggio dei grappoli, sottoposti anche a un idromassaggio.

Gli abiti must-have per chi ha un fisico a clessidra

Valorizzarsi sulla base delle proprie caratteristiche non è mai stato così facile. Grazie ai consigli relativi ad armocromia  e body-shape,  è possibile scegliere un look che esalti le nostre migliori qualità senza troppa fatica.

Tra le body-shape (o forme del corpo) più diffuse c’è la clessidra. É facile immaginare cosa caratterizzi la body-shape clessidra se si pensa a questo oggetto: punto vita stretto, spalle e fianchi più larghi, morbidi ed eleganti.  

Qual è il punto forte dei fisici a clessidra? Il punto vita, da esaltare. Quindi, ben vengano abiti che valorizzino questa parte. Per quanto riguarda gonne e pantaloni, andrebbero scelti capi a vita alta e mai a vita bassa. Non importa se di jeans o di lino, se a zampa o a sigaretta. Ognuna potrà scegliere in base alle sue preferenze. Ma la chiave è il pantalone o la gonna a vita alta. Un capo a vita bassa non metterebbe in risalto il punto vita della clessidra, ma spezzerebbe l’armonia della figura. Viceversa, pantaloni e gonne a vita alta seguono la struttura della clessidra. Meglio se abbinati con top corti, crop-top. Ora molto di moda, i top corti permettono di lasciare ben in vista il taglio del pantalone, e quindi il punto vita della clessidra.

Se non piacciono i top corti, è comunque importante mettere in vista il punto vita con capi che possano essere portati dentro ai pantaloni, come magliette a maniche lunghe, maglioncini, camicie di tutte le fatture. Se la camicia portata dentro a gonne e pantaloni risulta troppo seria, vada allora per le camicie legate in vita: comodissime in estate. Ce ne sono tante tra gli abiti Shein.

Invece, le clessidra non sono valorizzate da capi oversize che non mettono in risalto il punto vita. Quindi no a maglioni larghi, t-shirt modello boyfriend, camice vaporose, felpe poco strutturate. Ma se piacciono, questi capi possono essere resi adatti alla clessidra se indossati con una cintura in vita, specie se morbida. 

Per quanto riguarda gli scolli che valorizzino la parte superiore invece, sono indicati scolli a V che esaltino le proporzioni e il seno. 

Passando agli abiti veri e propri, valgono i suggerimenti già dati. Sì quindi ad abiti che esaltino il punto vita, come abiti a portafoglio con scolli a V, sia lunghi che più corti. Non sono invece indicati vestiti con scollo a barchetta. Sarà facile trovare tanti negozi di abbigliamento online  che vendano abiti con queste caratteristiche. 

 

Ognuno è libero di indossare ciò che vuole. Però, con certi accorgimenti è possibile tirare fuori il meglio dalla proprio struttura del corpo o body-shape, a prescindere dal peso. E trasformare quelli che potrebbero sembrare dei difetti, in dei veri e propri punti di forza da valorizzare al meglio.  In questo caso, è evidente che nel caso della clessidra le due parole d’ordine siano punto vita e proporzioni.

 

Lavorare il legno senza problemi

Sei un falegname professionista o durante il tempo libero ti piace dedicarti al fai da te? Devi rinnovare la tua officina con strumenti all'avanguardia? In questo caso ti serviranno tutta una serie di accessori utili, come ad esempio utensili performanti per effettuare tagli netti e precisi. Nello specifico, non potrai fare a meno delle lame per circolari legno, attraverso le quali potrai tagliare le tavole senza alcun tipo di problema, quindi evitando errori e con risultati molto precisi.

Lame per seghe circolari: considerazioni generali

Quando arriva il momento di acquistare lame per sega circolare è normale andare in cofusione e non sapere quale modello comprare. Le lame potrebbero sembrarti tutte uguali, ma in effetti non è così. Oggi si trovano accessori di dubbia qualità e che si usurano prima del previsto, ma non solo. Queste lame possono anche provocare l'arresto e il malfunzionamento della tua sega, quindi è meglio non rischiare e puntare su qualcosa di affidabile. Le lame migliori sul mercato sono quelle che vengono prodotte in Italia e con materiali che offrono massima durevolezza nel tempo. Bisogna poi considerare che questi accessori integrano dei denti che possono trattare non solo i legni morbidi, ma anche quelli più duri. Più nel dettaglio, queste lame vanno bene per truciolati, laminati o laminati. Potrai quindi trattare tavole in legno duro o tenero senza alcun tipo di disagio, aspetto che consente di ottimizzare i tempi e al contempo di ridurre il rischio di errori. In buona sostanza eviterai di compiere le operazioni di taglio diverse volte, perché i bordi saranno sempre ben netti e rifiniti.

Rinnovare la falegnameria con macchine e accessori di qualità

Chi rinnova la falegnameria spesso si preoccupa di acquistare macchine di qualità, come ad esempio fresatrici e seghe performanti, possibilmente distribuite dalle aziende leader nel settore. Investire nell'acquisto di questi utensili è sicuramente molto importante ma non basta, bisogna infatti considerare che macchine di questo tipo possono darti il meglio solo se abbinate agli accessori giusti. Per quanto riguarda le lame, il consiglio è quello di concentrare la scelta d'acquisto sulle versioni in metallo duro HM, appositamente pensate per trattare varie tipologie di legno, oltre che abbastanza facili da montare e smontare. Questi accessori permetto di eseguire il taglio traverso e lungo vena senza alcuna sbavatura. A differenza di quello che si potrebbe pensare, l'assortimento di questi accessori è abbastanza variegato, per cui trovare la lama sega circolare più adatta alle specifiche esigenze nonsarà affatto complicato. Naturalmente è importante affidarsi a rivenditori specializzati nel settore che possano consigliarti adeguatamente.

In conclusione

Risparmiare sull'acquisto delle lame per la tua sega non è mai una buona soluzione, anche perché comprometteresti le prestazioni della tua macchina. Considera che comprare una lama di ottima qualità non vuol dire necessariamente spendere cifre esorbitanti. In linea generale i modelli più economici partono da circa 20 euro. Se, invece, cerchi un modello top di gamma, dovrai essere disposto a spendere 200 euro. In ogni caso vale sempre la pena puntare su lame made in Italy, che durano nel tempo e non sono destinate a usurarsi prima del previsto. Queste lame spesso non si possono reperire presso le ferramenta o altri negozi fisici, ma si trovano facilmente online. Fare shopping comodamente da casa ti permette di poter risparmiare, visto che i vari accessori per la tua falegnameria vengono spesso proposti a prezzi ribassati rispetto a quelli di listino. Anche le spedizioni sono abbastanza rapide e i pagamenti sempre molto sicuri. Non resta, quindi, che rinnovare la tua falegnameria e renderla davvero funzionale.

Come fare il pane fatto in casa

Preparare il pane fatto in casa non richiede molti ingredienti o utensili particolari, bastano pochi ingredienti scelti con cura e il giusto tempo di lievitazione per sfornare una pagnotta gustosa e profumata proprio come il pane che preparavano le nostre nonne.
Una volta appreso il procedimento per realizzare il pane fatto in casa potrete prepararlo ogni volta che vorrete: per una colazione speciale o una cena in famiglia o con gli amici.
Ma vediamo insieme la ricetta infallibile per realizzare il pane fatto in casa e tutti gli accorgimenti per sfornare una pagnotta croccante.
 

Preparare il pane in casa proprio come una volta: pochi e semplici ingredienti per una ricetta gustosa

Preparare il pane fatto in casa prevede una ricetta molto facile e soprattutto veloce, grazie all'utilizzo di soli tre ingredienti: acqua, farina e lievito. Ovviamente a questi va aggiunta una buona dose di pazienza per seguire attentamente tutti i passaggi ed attendere il tempo necessario.
Per prima cosa bisogna stemprare del lievito di birra secco, che si trova molto facilmente al supermercato, in un bicchiere di acqua tiepida (che equivale a circa 200ml di acqua) nel quale va aggiunto mezzo cucchiaino di zucchero. Quando sulla superficie si formano delle bollicine questo primo step è completo.
Il composto ottenuto va lentamente unito a 500gr di farina, preferibilmente di tipo 1 o 2, poi va aggiunta ulteriore acqua per un totale di circa 350ml. A questo punto bisogna impastare il tutto per circa dieci minuti a mano, oppure con una impastatrice se ne avete una a casa.
Trascorsi i dieci minuti la pagnotta è pronta per la lievitazione, bisogna coprirla con uno strofinaccio ed una ciotola rovesciata. Il processo della lievitazione richiede almeno due ore.
 

Pezzatura e seconda lievitazione per il pane fatto in casa

Una volta trascorso il tempo della lievitazione, bisogna mettere l'impasto su un piano o tagliere precedente spolverizzato con farina e cominciare a lavorarlo di nuovo.
In questa seconda fase di lavorazione potete aggiungere del sale, aromi o dei semi a vostro piacimento.
Poi, si può passare alla divisione della pagnotta in pezzi più piccoli o filoncini, oppure lasciarla intera se si preferisce un unico pezzo grande.
Per realizzare dei filoncini di pane occorre tirare l'impasto come a voler formare dei rettangoli e poi inciderne la parte superiore. Mentre se volete realizzare delle pagnottine vanno fatte in una forma approssimativamente circolare ed incise anche loro nella parte superiore.
Una volta ottenuta la forma desiderata il pane fatto in casa ha bisogno di una seconda lievitazione per altre due ore.
 

Come ottenere la cottura perfetta per il pane fatto in casa

Una volta terminata la seconda lievitazione il nostro pane fatto in casa è pronto per la cottura.
É necessario pre-riscaldare il forno a 200° e prima di infornare il pane bisogna aver cura di posizionare nel ripiano più basso una ciotola di alluminio riempita d'acqua fino all'orlo, questo garantirà la giusta umidità durante tutto il tempo della cottura.
La cottura complessiva del pane fatto in casa richiede 40 minuti ma bisogna ricordare che per gli ultimi diedi minuti è fondamentale mettere il pane si una grata di ferro, questo fa si che il nostro pane fatto in casa non diventi molle ma che sia croccante al punto giusto.
Una volta trascorsi i 40 minuti necessari per la cottura, spegniamo il forno e lasciamo lo sportello leggermente aperto per permettere al pane sulla grata di raffreddarsi lentamente.
Ed ecco che dopo qualche ora potrete gustare il vostro pane fatto in casa, con ingredienti semplici e dal profumo invitante, proprio come quello di una volta.

Come prendere il diploma online in un solo anno

È possibile diplomarsi in un solo anno? Al giorno d'oggi, la risposta è sì. Molti studenti che hanno dovuto interrompere i propri percorsi di studi per varie ragioni hanno la possibilità di diplomarsi, e anche in tempi piuttosto stretti. Ecco la situazione in corso e cosa fare per prendere il diploma online in solo anno, ottenendo risultati davvero sorprendenti.

La situazione attuale dei diplomi online

La scelta di prendere un diploma online viene sempre più messa in atto. In Italia, oltre il 45% degli studenti si diploma in ritardo. Le cause principali di questo dato cospicuo, specie se messo a confronto rispetto al 25% della media europea, sono legate all'esigenza precoce di trovare un lavoro in età scolastica. Un fattore del genere costringe buona parte degli italiani dall'età compresa tra i 20 e i 65 anni a ultimare gli studi delle scuole superiori non in linea con i tempi prestabiliti.

Per queste persone, il diploma di scuola secondaria costituisce un punto d'arrivo ambizioso, essenziale per diverse motivazioni. Infatti, oltre a ottenere la piena soddisfazione personale, una licenza simile impreziosisce il proprio curriculum vitae, diventando un valido lasciapassare verso il mondo del lavoro.

Per fortuna, al giorno d'oggi, è possibile ottenere il diploma online in un solo anno. Si tratta di un percorso concepito per coloro che non hanno il tempo materiale per frequentare i corsi serali, magari per motivi lavorativi. Chi vuole può conseguire il diploma delle scuole superiori tramite lezioni online, da frequentare comodamente a domicilio. Il candidato deve presentarsi presso la struttura preposta unicamente per effettuare il test finale sulle competenze acquisite. Naturalmente, prima dell'esame, è necessario acquisire un determinato bagaglio tecnico, al fine di migliorare i propri risultati.

Quanto costa il diploma online nel giro di un solo anno

Come abbiamo già visto, prendere il diploma online garantisce benefici notevoli. Tuttavia, bisogna porsi un'altra domanda: quanto costa portare a termine un percorso di questo tipo? Ovviamente, i prezzi variano a seconda della strada che si ha intenzione di percorrere. In linea di massima, la spesa da sostenere online è notevolmente inferiore rispetto a quella delle classiche scuole in presenza.

Bisogna sostenere comunque due tasse obbligatorie. La prima va corrisposta per l'ammissione all'esame finale, mentre la seconda è necessaria per il ritiro del diploma di maturità. In ogni caso, la spesa complessiva risulta particolarmente modica e il corso di diploma è accessibile a tutti, compresi coloro che non dispongono di un reddito particolarmente elevato.

Diplomarsi in un solo anno grazie al sito Internet giusto

Per diplomarsi in un solo anno, bisogna comunque fare in modo che tutti gli aspetti vadano per il verso giusto. È sufficiente avere costanza e impegno per raggiungere lo stesso bagaglio tecnico di una qualsiasi scuola quinquennale. Tuttavia, le lezioni vengono accorpate per una corretta ottimizzazione dei tempi, senza che la qualità complessiva dei corsi online venga messa a rischio.

Al fine di facilitare ogni compito, è possibile affidarsi all'esperienza e alla serietà di isucentrostudi.it. Si tratta di un'organizzazione operante da oltre 30 anni nel settore della formazione scolastica, universitaria e professionale. I punti di forza aziendali vengono messi a completa disposizione dei potenziali clienti, che nel giro di soli 12 mesi hanno l'opportunità di affrontare un esame di Stato con la giusta preparazione. In questo modo, rimettere a posto alcuni tasselli essenziali della propria vita diventa estremamente semplice e gratificante.

Etichette adesive personalizzate per bottiglie di vino

Tra le eccellenze alimentari italiane, il vino è sicuramente quella che richiede più attenzione per la realizzazione di etichette personalizzate che consentano al prodotto di fare la differenza tra i suoi concorrenti. L’etichetta è, infatti, il primo veicolo di contatto con il consumatore e per questo motivo tutta l’essenza del vino e i valori dell’azienda produttrice si devono evincere proprio dalla sua etichetta. Naturalmente, è indispensabile che, prima di tutto, vengano elencate tutte le caratteristiche del vino, obbligatorie per legge.
In particolare, tra le informazioni da apporre sulle etichette per bottiglie di vino, ricordiamo:

  • il nome del vitigno o il marchio;
  • la categoria (vino rosso, vino bianco…) o la classificazione (DOC, DOCG,DOP);
  • le informazioni relative al produttore, distributore o importatore, se si tratta di un vino estero;
  • il volume della bottiglia espresso in cl;
  • il numero di lotto;
  • il valore di gradazione alcolica (%vol.);
  • indicazione della presenza di solfiti.

Le etichette adesive personalizzate per vino hanno inoltre lo scopo di presentare il prodotto in funzione di un obiettivo di marketing specifico, da analizzare attentamente prima della realizzazione dell’intera etichetta. A questo proposito, ILMA Etichette è l’azienda italiana che realizza e produce etichette adesive personalizzate dal 1960. In particolare, l’azienda piemontese è specializzata nella stampa di etichette per il settore enologico, ma non solo. In collaborazione con le migliori agenzie di grafica e comunicazione, oltre a quelle per vino, ILMA realizza etichette adesive per i settori: beverage, alimentare, cosmetico e farmaceutico. 

Etichette adesive personalizzate per vino: dalla progettazione alla stampa

Per progettare un’etichetta adesiva per vino che abbia successo, ILMA analizza attentamente il prodotto e quale obiettivo di marketing vuole raggiungere. Per far ciò, applica i principi di neuromarketing, che analizzano la psicologia di acquisto del consumatore, e progetta tutti i dettagli in funzione del tipo di prodotto e del target a cui si vuole rivolgere. Per rendere attraente, unica ed inimitabile una bottiglia di vino, ILMA Etichette propone i migliori materiali e lavorazioni speciali volti a valorizzare ogni dettaglio grafico inserito nell’etichetta. Carte speciali in pura cellulosa, prodotte dalle migliori cartiere, e tecniche di stampa, dalle più tradizionali alle più innovative, trasformeranno la bottiglia, da semplice recipiente, a scrigno prezioso per il tuo prodotto.

Le etichette personalizzate per vino, realizzate da ILMA, sono in grado di offrire una vera e propria esperienza sensoriale. Un valore aggiunto che renderà ancora più prezioso il tuo vino agli occhi del tuo cliente, convincendolo al suo acquisto.