Le migliori cantine ed esperienze di degustazione in Italia

L’interesse e in molti casi l’autentica passione per il mondo del vino è in aumento. Sempre più persone non si limitano ad apprezzare una buona bottiglia, ma desiderano avere più informazioni sulla sua provenienza. Il vino permette di creare un ponte molto stimolante tra turismo ed enogastronomia e di andare per chi lo desideri, alla scoperta del territorio e delle tradizioniSempre più cantine e vigne aprono a visite e degustazioni e questo tipo di esperienze vanno decisamente per la maggiore, sia tra gli italiani che tra i turisti stranieri, che spesso riconoscono e apprezzano il nostro paese anche per le sue eccellenze enogastronomiche.

Ogni regione ha i suoi vini e le sue location, tutte da esplorare e scoprire. Ad esempio puoi scoprire le cantine e degustazioni di vini sul lago di Garda con www.nowmyplace.com, sito dedicato proprio alle esperienze in quel particolare territorio.

Le cantine più belle d’Italia

Elencare le cantine più belle d’Italia sarebbe impossibile se l’obbiettivo fosse quello di essere completamente esaustivi. Si possono però, senza dubbio, segnalare alcune cantine particolarmente interessanti tra quelle visitabili, per degustazioni o altre attività. In pratica ogni regione d’Italia ha la sua Top10 di cantine particolarmente degne di nota, ma ci limitiamo a indicarne 5 davvero imperdibili, sperando di non scontentare nessuno. Iniziamo con una delle più rinomate, la cantina Donnafugata a Marsala in Sicilia. La sua storica sede, con edifici che risalgono al 1851 è visitabile tutto l’anno e oltre ad essere una meta apprezzabile per gli amanti del buon vino è interessante anche per gli appassionati di archeologia industriale.

Il momento migliore per programmare una visita in questa cantina è probabilmente l’estate, il 10 agosto ad esempio vi si organizza l’evento Calici di Stelle, davvero da non perdere. La seconda cantina che consigliamo di visitare è quella della Tenuta Castelbuono in Umbria, tra i comuni di Montefalco e Bevagna.

La location è molto particolare e apprezzabile da chi ama l’architettura, nascendo da un progetto di Arnaldo Pomodoro. La sua grande cupola ricoperta di rame, ricorda il carapace di una tartaruga e rende questo luogo unico nel suo genere.

Nell’entroterra di Piombino c’è invece la Cantina Petra, con progetto firmato da Mario Botta. La sua struttura è stata scavata nella collina e si fonde perfettamente con il territorio circostante. La tenuta è visitabile e si potrà effettuare un percorso che si snoda tra la zona di pigiatura, la sala degli acciai e le barricaie. Sarà un’esperienza davvero memorabile. Le Aziende Vitivinicole Ceretto in Piemonte sono un’altra destinazione decisamente consigliata per vivere una bella esperienza di scoperta di grandi vini e splendidi territori. Il progetto della struttura è firmato in questo caso dagli architetti torinesi Luca e Marina Deabate e caratterizzato da un originale cubo di vetro.

Tutto è molto decorato, colorato e luminoso, anche grazie all’intervento di vari artisti, come David Tremlett e Sol LeWitt. Una destinazione perfetta quindi non solo per chi ama bere bene, ma anche per chi apprezza arte e architettura. Concludiamo questa breve lista con la Cantina Allegrini nella Valpolicella, in Veneto, ospitata in una villa del 1560. Una lussuosa dimora di campagna, oggi scelta sempre più spesso come location per matrimoni e altri eventi. Un luogo dove rilassarsi e ristorare occhi, mente e naturalmente anche palato.

Scopriamo il Brunello di Montalcino, la migliore espressione Sangiovese grosso

Insieme a Barolo e Barbaresco, la città di Montalcino con le sue colline attorno, a una ventina di chilometri a sud di Siena, è considerata una delle mete di ogni appassionato di vino che si voglia definire tale. Il Sangiovese che cresce qui è chiamato Sangiovese Grosso o volgarmente Brunello. I suoi acini piccoli e la buccia più spessa producono un vino più scuro e tannico del Sangiovese con cui si produce, ad esempio, il Chianti, più a nord tra le colline fiorentine. Il terroir di Montalcino è perfetto per i grappoli di Sangiovese Grosso. Le colline a nord sono costituite da terreni ricchi di calcare e galestro, che permettono di produrre vini più strutturati. Le colline a sud sono argillose e danno vini più corposi, ma sia a nord che a sud, la maggior parte dei viticoltori si posiziona a metà collina, dove il drenaggio è ideale e le brezze accarezzano le viti rinfrescando dalla calura estiva.

Brunello di Montalcino: scopriamo questo vino

Negli anni 70, nella zona del Chianti si assistette ad un abbassamento della qualità media a fronte di un grande aumento della produzione, ma questo non successe a Montalcino, dove la famiglia Biondi Santi, il maggior esponente del Brunello, lo preservò da quella che sembrava una corsa verso un burrone. Biondi Santi è forse la più prestigiosa cantina che produce Brunello di Montalcino, i costi e la disponibilità delle sue etichette ne sono la prova. Un'altra ragione dello status di prestigio di questo vino è che il Brunello di Montalcino è sempre stato al 100% Sangiovese e non ha mai ceduto alle tentazioni dei famosi vitigni internazionali che in altre zone della Toscana diedero vita al fenomeno dei Supertuscan. Il Brunello di Montalcino è un vino che da sempre è noto per migliorarsi con un lungo invecchiamento ed infatti, secondo il rigido disciplinare del Brunello di Montalcino, i vini Brunello devono essere invecchiati per cinque anni prima della commercializzazione, di cui due anni in rovere e quattro mesi di affinamento in bottiglia. Un tempo era abbastanza comune utilizzare le barrique (o botti piccole), ma oggi sempre più produttori invecchiano il loro Brunello in grandi botti nuove o in rovere più vecchio, per non influenzare le peculiarità del Sangiovese.

Al suo apice, in condizioni di conservazioni perfette, il Brunello di Montalcino è un vino espressivo, corposo e complesso, ricco di frutta rossa quali la ciliegia e di note scure come cuoio e tabacco. C’è una curiosità che ho sentito dire più volte, ma di cui non conosco la genesi, questa dice che attraverso un bicchiere di Brunello si possa leggere la Gazzetta dello Spor, che è nota per avere un fondo rosa e quindi meno contrastata di un normale quotidiano. Il Brunello di Montalcino è dotato di buona dose di acidità oltre che piuttosto tannico garantita dalla spessa buccia dell’uva con cui è prodotto. Fino ai dieci anni dalla vendemmia, i Brunello di Montalcino conservano una buona parte fruttata, lasciando poi spazio alle note più scure, quali il cuoio, le spezie ed il tabacco.

I vini chiamati Rosso di Montalcino sono essenzialmente dei vini a base di Sangiovese senza tutta la selezione e l’invecchiamento del Brunello di Montalcino. Sono vini quindi più giovani, vivaci e invecchiati solo un anno, per essere meno costosi e più semplici da bere.

Oggi Montalcino è in grande fermento dopo le evoluzioni ai vertici delle maggiori aziende. Infatti, gli ultimi decenni hanno visto acquisizioni e cambi di proprietà nelle maggiori cantine della zona. Questa scossa ai vertici è stata accompagnata da una pioggia di giovani viticoltori, che si orientano, come tipico dei giovani, verso il biologico, il biodinamico, alla ricerca di nuovi sentieri verso il successo.

Come scegliere la Cantinetta per il Vino?

Chiunque sia un appassionato di vini si sarà trovato almeno una volta a domandarsi quale sia il luogo ideale in cui conservarli per mantenere inalterate le loro proprietà organolettiche. In assenza di una cantina o di spazio in una stanza interrata fresca ed asciutta, è possibile ricorrere all'acquisto di una cantinetta frigorifero per il vino. Le cantinette per vino, che sono disponibili in commercio in vari modelli come ad esempio a libera installazione, da incasso e da semi-incasso, sono la scelta ideale sia per gli esperti che per i semplici appassionati alla ricerca di una soluzione per preservare i propri vini da qualunque tipo di alterazione. 

Cosa valutare nella scelta della cantinetta perfetta

Prima di scendere nel dettaglio delle caratteristiche che una cantina vino da incasso o a libera installazione deve possedere è importante fornire una panoramica delle suddette. Tra i fattori che contribuiscono alla qualità di una cantinetta vino è il caso di citare le dimensioni, la capacità in bottiglie, i materiali di realizzazione e la possibilità di impostare la temperatura e l'umidità del dispositivo in base alla tipologia di vino e alle proprie esigenze specifiche. 

Dimensioni e luogo dove collocarla

Il primo fattore da tenere in considerazione è la dimensione della cantinetta vino. Le dimensioni sono importanti soprattutto nel caso in cui si decida di acquistare una cantinetta da incasso, così da poterla integrare con facilità nel mobilio già presente, ma possono risultare rilevanti anche per le cantinette a libera installazione.

Per quanto riguarda invece il luogo in cui posizionarla, è essenziale che la cantinetta sia tenuta a debita distanza da eventuali fonti di calore e lontano dai raggi del sole diretti.

Regolazione della temperatura e dell’umidità

Per conservare al meglio i vini all'interno della cantinetta è indispensabile avere la possibilità di regolare a piacimento sia la temperatura che il grado di umidità. Le cantinette vino più moderne, ad esempio, sono caratterizzate da un doppio piano per la conservazione di vini diversi, e permettono di impostare una temperatura compresa tra i 5° e i 20°.

L'umidità, che invece deve essere regolata per evitare che i tappi si secchino o che il vino evapori, deve attestarsi tra il 50% e l'80%.

Capienza: quante bottiglie deve contenere

Quando si parla di capienza in relazione ad una cantinetta vino si fa riferimento al numero di bottiglie che quest'ultima è in grado di contenere. Le cantinette frigorifero in commercio vanno dai modelli più piccoli, che possono contenere fino ad un massimo di 10 bottiglie, per arrivare ai modelli di grandi dimensioni, in grado di conservare anche fino a 50 bottiglie.

Materiali e Design

Ultimo fattore da considerare è infine il materiale della cantinetta vino. La maggior parte dei modelli moderni è realizzata in acciaio inox o in alluminio temperato, materiali che resistono agli urti e durano a lungo nel tempo, ma non mancano le cantinette che combinano questi materiali a dettagli in plastica. Per quanto riguarda i ripiani, invece, è preferibile che siano realizzati in legno per assorbire e ridurre le vibrazioni del compressore.

Come prendersi cura di un vigneto?

Scopriamo insieme come prendersi cura di un vigneto in questo articolo.

Se sei capitato in questo articolo probabilmente è perché sei un appassionato di vino e hai deciso di fare un passo insolito, magari hai scelto di trasformare questa tua passione in un lavoro oppure di dedicargli ancora più spazio nella tua vita creando un vigneto. Ovviamente sappiamo bene che per un vigneto c’è necessità di molto spazio e di molti soldi da investire ma se quello che vuoi è iniziare a famigliarizzare con la vite ed imparare a prendertene cura allora sei capitato nel posto giusto. In fondo le grandi imprese nascono a piccoli passi e lo sa bene la Kellerei Kaltren, una viticoltura e un’organizzazione creata da 400 piccoli viticoltori che lavorano tutti insieme alla produzione dei loro vini. Andiamo a scoprire in questo articolo come iniziare e scopri se questa è l’attività più giusta per te.

Da dove iniziare?

Il primo passo da compiere è quello di trovare il terreno, per iniziare puoi anche affidarti ad un piccolo spazio non è necessario acquistare un terreno grandissimo anche perché come ti abbiamo già fatto presente c’è bisogno di budget sia per iniziare sia per mantenere attiva l’attiva. Trovato il tuo spazio dovrai valutare il clima che hai a disposizione e consultarti con un agronomo che analizzando il tuo terreno saprà indicarti la varietà di uva più adatta da coltivare. Per quanto riguarda il clima, la vite ha bisogno di trovarsi in una posizione altamente soleggiata ed ha bisogno di un clima asciutto. È necessario inoltre assicurarsi un buon drenaggio perché la vite non sopporto i ristagni di acqua e marcisce facilmente.

Piantare la vite

Create dei solchi di circa 60 cm e fertilizzate tutto con concime organico. Appena avrete eseguito questo passaggio allora potrete piantare le barbatelle. Il periodo migliore per piantare è ottobre e novembre, e poi marzo.

Il primo anno di vita

Il primo anno di vita la pianta ha bisogno di molte cure, sarà necessario irrigarla con regolarità, donarle il fertilizzante specifico a base di azoto, eliminare le erbacce che potrebbero nascere nel tempo.

Quando si raccoglierà l’uva?

L’uva si potrà raccoglierla a partire dal quarto anno di età della pianta e sarà di buona qualità, si stima però che generalmente un’ottima uva sarà pronta solamente dal 10 anno. Quindi non meravigliarti se nel frattempo l’uva prodotta non sia eccellente come ti aspettavi.

Cure da dedicare alla pianta

Per tutta la sua vita la vite avrà bisogno di essere curata adeguatamente con tante piccole attenzioni. Sarà necessario eseguire una potatura regolare, proteggerla con le adeguate protezioni, fare attenzione alla comparsa di eventuali malattie e molto altro. Prendersi cura di una vite non è un gioco ma richiede sacrificio, pazienza e impegno costante ogni giorno. Dovrai perciò veramente dedicarti a questa passione al 100% se vorrai ottenere degli ottimi risultati.

Un viaggio enologico in terra friulana: le eccellenze di Villa Vitas

Il vino, conosciuto nell'antichità come nettare degli dei, decantato e dipinto in odi, opere e poemi, è una delle bevande più conosciute e apprezzate al mondo. L'Italia ha una lunga e importante tradizione vinicola che affonda le sue radici in tempi antichissimi. A diffondere la coltivazione delle viti, alcune delle quali vengono tutt'ora vinificati in particolare al Sud, furono i Greci nel VII secolo a.C e poi i romani ne appresero le tecniche diffondendone la cultura nel resto d'Europa. Fatto sta che ancora, ad oggi, il Bel Paese è uno dei principali produttori di vini tra i migliori al mondo. 

Le Regioni che detengono la maggior parte della quota di produzione di vino sono Toscana, Piemonte, Sicilia, Veneto, Puglia ed Emilia Romagna, mentre il Friuli Venezia Giulia è da sempre conosciuto come la terra dei grandi vini bianchi. La fama di questi vitigni ha spinto gli appassionati di vino a definirli superwhites. In terra friulana, accanto a vitigni internazionali come lo Chardonnay, il Sauvignon, il Cabernet Franc e il Pinot bianco sono presenti tutta una serie di vitigni autoctoni, i cui vini caratterizzano l'enologia del Friuli Venezia Giulia. Tra questi ultimi ricordiamo il Friulano, la Glera e il Ribolla Gialla. Soffermiamoci adesso su quest'ultimo vitigno, scoprendone la storia e le principali caratteristiche.

 

Storia e caratteristiche organolettiche di uno dei vitigni friulani più famosi al mondo

Prima di parlare del vino è importante conoscere la storia del vitigno. Il Ribolla Gialla è un vitigno a bacca bianca. Le teorie sulle sue origini sono diverse. C'è chi pensa che i suoi antenati sono da rintracciare nell'uva Avola, importata dai romani durante il loro dominio in terra friulana, e chi invece li riconduce alla varietà Robola, presente nelle isole meridionali della Dalmazia o più a sud fino a Cefalonia. Si ritiene che questa varietà sia stata importata nel Friuli ad opera di alcuni mercanti veneziani intorno al 1100.

Ma quest'ultima tesi è stata smentita a seguito della profilazione del DNA, avvenuta nel 2007, la quale ha dimostrato che non c'è alcuna correlazione genetica tra Robola e Ribolla Gialla. L'ipotesi più accreditata e sostenuta da moltissimi studiosi è invece quella che la ritiene di origine autoctona. Il territorio per eccellenza di questo vitigno è collinare, infatti è particolarmente diffuso tra Udine e Gorizia, dove dà origine a vini intensi e strutturati. I suoi grappoli sono abbastanza compatti, di piccole dimensioni, e hanno una forma cilindrica-piramidale.

Gli acini, di colore giallo, sono medi e leggermente schiacciati. La maturazione è lenta, tanto è vero che si vendemmia sempre a fine settembre. Tra i vini prodotti da questo vitigno ricordiamo il Ribolla Gialla Brut, dal colore giallo paglierino con lievi riflessi verdognoli. Un vino fresco sia all'olfatto che al palato, strutturato, dal gusto delicato e dal caratteristico aroma fruttato. Perfetto da degustare con degli antipasti, primi e secondi piatti a base verdura e pesce. Interessante è l'abbinamento con il fritto di verdure, vista la capacità di questo spumante di tenere a bada l'unto grazie alla sua spiccata acidità e all'anidride carbonica ben fusa alle altre sostanze del vino. Decisamente azzeccata invece è la scelta di accompagnarlo a pesce dal sapore delicato come le ostriche, i tartufi di mare, i crostacei e il carpaccio di pesce spada.

 

Villa Vitas: uno splendido viaggio alla scoperta dei vini del Friuli Venezia Giulia.

L'enoturismo, soprattutto negli ultimi anni, desta un certo interesse in qualsiasi viaggiatore. Infatti, mentre in passato era visto più come un segmento di nicchia oggi è diventato un'attrattiva che abbraccia a 360 gradi qualsiasi tipo di turista: dal semplice curioso all'appassionato di vino, passando poi per l'esperto e il vero e proprio professionista. Villa Vitas, tenuta storica situata nel cuore del borgo feudale di Sassuolo, tra le città di Palmanova e Aquileia, da oltre un secolo si dedica con amore e dedizione al mondo del vino e alla sua produzione.

Tantissimi i vini prodotti della cantina della famiglia Vitas, tra cui il ribolla gialla brut, tutti acquistabili all'interno del wineshop. Oltre ad essere una dimora storica di grandissimo pregio e permettere ai suoi ospiti di fare un viaggio gustativo tra i vini tipici del Friuli Venezia Giulia, regione a forte vocazione vitivinicola, Villa Vitas è il posto ideale per organizzare eventi di vario genere o, semplicemente, trascorrere qualche giorno di meritato relax in una location esclusiva immersa completamente nel verde. Una maniera del tutto diversa di vivere e sperimentare la cantina attraverso modalità nuove e più coinvolgenti.

Digital Pr Sardegna per il rilancio del Vino

In Sardegna il comparto enologico è in continua crescita, infatti anche le quote di nuovi impianti sono in crescita. Nel 2021 sono stati assegnati  264,55 ettari per nuovi impianti viticoli, le domande dovranno essere presentate entro il 31 marzo prossimo, per una superficie fino a un massimo di 7 ettari. Questo fa capire quando il comparto sia importante per l’Isola. Ma non basta per fare crescere l’economia locale. Il prodotto va commercializzato e pubblicizzato: bisogna farlo bene. Come? 

In questo momento la soluzione migliore per poter avere risultati tangibili e concreti sono è necessario riferirsi a chi fa Digital Pr in Sardegna e lo fa bene.

 

Digital PR Sardegna: il web, il mercato da scoprire

Il web è un mercato da scoprire per tutti coloro che oggi, in Sardegna, ma non solo, producono vino. E’ fondamentale essere online anche perchè secondo le proiezioni degli analisti, una larga parte del budget complessivo di marketing verrà impiegata nel segmento delle digital PR. Cosa sono le PR?  Sono quelle strategie di comunicazione che aiutano l’azienda a vendere ne abbiamo parlato con Ele22 Digital Pr Sardegna.

Il web può essere il più grande mercato del mondo ed in realtà lo è ma è anche vero che bisogna conoscerlo per poter essere vincenti.

Ad oggi sul web gli investimenti sono in crescita costante: si stimano circa 150miliardi di dollari solo durante questo anno. “le Digital Pr” ci racconta Ele22, “sono sicuramente le migliori opzioni di marketing oggi sul mercato”. 

 

Digital Pr: impatto economico e ritorno nel mondo del vino

La vendita del vino è indubbiamente importante, in Sardegna sono cresciute le cantine e solo poche sono presenti in rete. Chi è online, oltre alle realtà importanti i cui brand sono già noti, deve dedicarsi a farsi conoscere e per farlo, ci racconta Ele22, bisogna usare bene la comunicazione digitale utilizzando al meglio le pubbliche relazioni online, comunemente indicate come digital pr, per poter far conoscere a tutti il valore aggiunto di quel vino e di quella cantina. Il vino va promosso bene. 

I passaggi necessari per una cantina in Sardegna ed ovunque sono semplici da fare ma impegnano risorse economiche che poi, solo se c’è un ottimo lavoro di marketing tornano indietro. Per questo motivo chi si occupa di Digital Pr cerca di generare intorno ad una cantina di vino una ottima rete di consensi generata da blogger ed esperti ma anche da dei social curati al massimo ed articoli a richiesta su testate e spazi tematici.

E’ pressoché inutile investire in pubblicità tradizionale oggi è molto più conveniente investire in rete. Nel web infatti il target si raggiunge più facilmente, si possono generare campagne personalizzate e studiarne i risultati tanto da ottenere un perfetto ritorno ed una crescita delle vendite che può essere imprevedibile.

La leggenda dello champagne Dom Pérignon

Quando si parla di champagne, non si può non pensare al Dom Pérignon, una delle maison più celebri e importanti in questo settore a livello mondiale. Dom Perignon è uno degli champagne con il prezzo più alto sul mercato.
Questo champagne non ha bisogno di presentazioni, quasi tutti almeno una volta lo abbiamo assaggiato (o vorremmo), magari in momenti speciali, ma in pochi sanno della leggenda che si trova alle sue origini…

La ricerca della perfezione di Dom Pierre Perignon e il suo champagne

La storia di questo champagne comincia nel 1600 quando un giovane monaco chiamato Dom Pierre Perignon iniziò ad occuparsi delle viti della zona dello Champagne, in Francia. Da qui partì la sua prima produzione di champagne, che richiese svariati tentativi di fermentazione fino a trovare la formula perfetta del vino eccellente che oggi conosciamo degustiamo e apprezziamo.
Dom Perignon fu in grado di unire una grande uva ad idee geniali, sicuramente un visionario avanti per il suo tempo.
Dom Perignon pensò anche al “contenitore” perfetto per la sua produzione. Cercò un vetro speciale che potesse conservarlo e lo trovò in bottiglie molto pesanti. Il tappo invece fu scelto in sughero, altrimenti la fermentazione non sarebbe stata possibile.

Secondo la leggenda i primi esperimenti del monaco francese furono chiamati “il vino del diavolo” per paura che le bottiglie, a causa dell’alta pressione, potessero scoppiare causando gravi problemi.

Dom Perignon lasciò anche una sorta di regolamento per la produzione del suo vino: non vendemmiare mai questo prodotto con i piedi e farlo solamente al mattino.
Queste regole potrebbero sembrare insolite ma hanno sicuramente un valore e un fondamento scientifico che Dom Pierre Perignon aveva studiato per tutta la sua vita.

Il miglior prezzo Dom Perignon è tenuto sott’occhio da questo innovativo osservatorio.

Il Dom Perignon oggi

Dopo 400 anni, il prodotto di Dom Perignon è ritenuto lo champagne migliore al mondo. Oggi viene prodotto da “Moet e Chandon” e rimane un’eccellenza del suo settore.
Alla base del suo successo, oltre alla sua produzione e al suo particolare metodo di fermentazione, la cosa più importante è che venga prodotto esclusivamente con uve raccolte durante le migliori vendemmie.

Oggi il Dom Perignon è subito collegato ad eleganza, classe e a eventi speciali. Nel settore enogastronomico il Dom Perignon viene spesso servito con piatti a base di pesce. Recentemente anche il tartufo è diventato un ottimo accompagnamento dello champagne, in special modo in piatti di terra.

Il Dom Perignon è un vino per un brindisi importante di classe e raffinato, difficile da dimenticare.

Come si ottiene il vino nella tradizione vinicola italiana?

Il vino è una bevanda molto amata che si ricava dall'uva; affinché si ottenga quella bevanda dal colore intenso è necessario che tutti i processi tipici siano svolti nel migliore dei modi, ma come si fa il vino? Vediamo i vari processi. Tutto nasce dalla vendemmia, la fase primaria in cui vi è la raccolta della materia prima dai vigneti, e successivamente si arriva alla fase di invecchiamento che consente al vino di ottenere il suo sapore carico.

La tradizione italiana è particolarmente ferrata in questi termini tanto è vero che si dice che il miglior vino provenga proprio dalla nostra penisola. Il vino si ottiene dalla fermentazione alcolica del succo d'uva, e ciò è reso possibile dalla presenza di alcuni acidi presenti sulla buccia di questi succosi frutti. Grazie ad alcuni lieviti presenti nello zucchero è reso possibile il processo di trasformazione di quest'ultimo in alcol.

Ovviamente in base al tipo di uva colta durante la fase di vendemmia sarà possibile produrre vini differenti da quelli rossi a quelli bianchi.

Le fasi del processo

Il processo di ottenimento del vino consta di differenti fasi, la prima fase è la vendemmia.

Questo momento è particolarmente importante; in antichità tale processo veniva eseguito esclusivamente a mano ma negli ultimi periodi ci si serve anche di specifici strumenti meccanici. In questo modo si risparmia tempo e fatica e si ottiene una produzione quantitativamente più ingente.

Al di là del tipo di metodologia impiegata per raccogliere l'uva è fondamentale rispettare alcune regole.

Prima di tutto si deve evitare in alcun modo di raccogliere l'uva bagnata o in qualche modo deteriorata; bisogna prediligere ore meno calde per la raccolta del prodotto; ed infine i grappoli dovranno essere riposti in recipienti abbastanza capienti per evitare che i vari chicchi si schiaccino durante la fase di trasporto.

La seconda fase del processo è costituita dalla pignatura; un tempo questa fase era svolta esclusivamente utilizzando i piedi, oggi invece ci si serve di appositi macchinari che hanno il compito di "schiacciare" l'uva al fine di ottenere un succo intenso.

Successivamente si passa alla fase della vignatura o fermentazione, il momento principale durante il quale l'uva rilascia il suo zucchero e si trasforma in alcol; ciò avviene grazie ad alcuni agenti presenti nella buccia del frutto che mettono in moto tale processo.

L'ultima fase, ma non per importanza, è il momento di svinatura. Durante questa fase il vino lasciato a fermentare viene riposto all'interno di alcune bottiglie all'interno delle quali verrà lasciato ad invecchiare.

Generalmente questo processo deve avvenire ad una temperatura di circa 15 gradi.

A differenza dei vini bianchi che sono velocemente pronti per il consumo, i vini rossi possono invecchiare fino a 5 anni.

Sulla base di quest'ultima affermazione è possibile dire che i vini migliori sono quelli che hanno subito un processo di invecchiamento più lungo.

Il mondo del vino, piattaforme digitali e pagamenti online

Con lo sviluppo della tecnologia di ultima generazione, molti settori considerati di stampo tradizionale cominciano a mutare la propria fisionomia, con la conseguenza che oggi è possibile assistere a importanti innovazioni che tendono ad avvantaggiare tanto i produttori, quanto i consumatori che desiderano di rifornirsi di una determinata merce.

Anche nel mondo del vino, macchine e algoritmi intelligenti determinano nuovi mercati sempre a portata di mano e grazie alla nascita di aziende che puntano la forza del proprio business sul digitale, chiunque desidera degustare la sua bottiglia di vino preferita, può tranquillamente ordinarla da qualsiasi parte del mondo semplicemente per mezzo di un click.

Nuove piattaforme online per l’acquisto del vino di qualità
Il web è pieno di piattaforme online che vendono alcolici, ma se nel tempo ci si è abituati alla presenza di grandi rivenditori che facevano della quantità dei prodotti il centro dei loro interessi, impiegando risorse sempre più sofisticate oggigiorno anche piccole e medie aziende sono in grado di offrire servizi di alta qualità che, a ben vedere, nella maggior parte dei casi costituiscono proprio ciò che cercano la maggior parte dei consumatori.

 

Siti online presso i quali è possibile ottenere ogni informazione in merito a particolari nettari d’uva autoctoni o internazionali, dettagli sulle tipologie di vitigni, consigli sugli abbinamenti perfetti in ogni occasione, nonché l’aiuto di team di specialisti che, proprio grazie a conoscenza ed esperienza, si prende cura di supportare l’utenza nella scelta della bottiglia perfetta; sfruttando i vantaggi delle nuove tecnologie digitali di pagamento (come la carta prepagata Viabuy, le cui recensioni su RecensioneItalia)– simili piattaforme offrono anche la possibilità di effettuare acquisti immediati in tutta sicurezza, così che ognuno possa ordinare il vino che desidera, pagarlo secondo le modalità preferite e di conseguenza ricevere subito i prodotti vinicoli che si vuole degustare. Un mondo creato appositamente per venire incontro alle esigenze di ciascun appassionato e che, grazie alla rete internet, riesce a mettere in diretta relazione produttori, rivenditori e clienti.

Alcuni consigli per chi è in cerca della bottiglia perfetta
Secondo quanto dicono i maggiori studiosi, trovare la bottiglia di vino perfetta è un’operazione pressoché impossibile, in quanto sono tante le varianti che entrano in gioco ed anche focalizzandosi sui gusti personali, è ovvio quanto questi possano cambiare in base a emozioni, atmosfera, pasto e così via; per chiunque sia pertanto alla ricerca della miglior bottiglia, il consiglio è pertanto sempre lo stesso, vale a dire cercare il nettare d’uva preferito tenendo appunto in considerazione tutti gli altri aspetti secondari che, oltre ai propri gusti, concorrono a determinare il sapore di ogni particolare vino.

Per chi desidera supporto nella ricerca, tra le varie piattaforme online ve ne sono anche alcune specializzate proprio nel guidare il consumatore a scelte ottimali e che per questo, costituiscono un valido supporto per tutti coloro che pur conoscendo il vino, sono sempre alla ricerca di una bottiglia che riesca a sorprendere il proprio palato, nonché deliziare quello dei commensali seduti alla propria tavola.

I migliori vini del Veneto

Il Veneto è associato a differenti attrazioni riconosciute a livello mondiale: Venezia, Verona con Giulietta e Romeo etc. Ma una delle tradizioni di cui si va più fieri riguarda il settore enogastronomico. Ricordiamo che per un veneto è importante sottolineare come la fiera nazionale del Vino, il Vinitaly, si tenga in terra veneta, nello specifico a Verona.

La regione Veneto, si sa, è rinomata per il suo amore per il vino. Anche se nel 2017 questa regione ha perso il dominio sulla produzione vinicola a vantaggio della Puglia, i dati appaiono molto interessanti. Innanzitutto si riscontra un netto taglio per categoria qualitativa: la continua crescita del Prosecco e del Conegliano Valdobbiadene hanno prodotto un calo produttivo nelle categorie di vino non DOC. Di conseguenza la qualità ha subito un salto in alto.

Ma quali sono i migliori vini del Veneto?

Partendo da un’analisi quantitativa, il 67 per cento delle varie coltivazioni venete è destinato alla produzione di vini bianchi, settore di picco massimo! Specialmente questo si denota nella provincia trevigiana, seguita quella veronese. Il prodotto più venduto e in voga del momento rimane il Prosecco, seguito dal Pinot Grigio e dalla Garganega. Da punto di vista geografico, poi, si distinguono tante altre coltivazioni di qualità: la zona delle colline del Garda Veronese e la Valpolicella è caratterizzata dalla coltivazione di vitigni a bacca rossa che danno vita al Bardolino e ai vini della zona Valpolicella, con il suo prodotto di punta: l’Amarone.

Il vino Lugana ha natura interregionale. Viene prodotto tra le province di Verona e Mantova dal vitigno Trebbiano di Soave. Nella zona tra i Monti Lessini e i Colli Berici, invece troviamo i profumi di Soave e di Gambellara, rinomato per i vini bianchi a base di uve Garganega. La zona dei Colli Berici da, invece, origine ai vini rossi, come il Cabernet Sauvignon, il Merlot e il Tai Rosso. Sono due le DOCG del Padovano: il Moscato Fiori d’Arancio dei Colli Euganei e la DOCG Friularo di Bagnoli, mentre nel Trevigiano trova spazio il più importante distretto spumantistico Italiano, quello del Prosecco. Proseguendo verso Est, infine, arriviamo ai confini col Friuli per trovare un’altra DOCG, il Lison.

Come si può ben notare dall’elenco vinicolo sopracitato, il Veneto è una delle regioni che permette, grazie alle proprie coltivazioni, la produzione di differenti tipologie di vini. Che tu sia amante del vino bianco, fermo o con le bollicine, oppure di un bel rosso intenso, questa regione fa al caso tuo e dovrebbe essere inserita nella lista delle prossime gite fuori porta!