I migliori vini da abbinare a dolci e frutta

I vini da dolci sono quei vini che, per le loro caratteristiche, si prestano particolarmente bene ad essere abbinati ai dessert o alla frutta. Ma cosa rende un vino adatto a questa categoria? Semplice: la dolcezza naturale del vino, accompagnata da una buona acidità, che equilibra il gusto e non rende il tutto troppo stucchevole. Scegliere il giusto vino per un dolce è un’arte e può trasformare una semplice cena in un'esperienza culinaria memorabile.

Caratteristiche principali dei vini da dolci

Dolcezza

La dolcezza è la caratteristica chiave di questi vini. Tuttavia, non tutti i vini dolci sono uguali: alcuni possono avere un gusto zuccherino più pronunciato, mentre altri presentano una dolcezza più sottile e raffinata.

Acidità

L'acidità gioca un ruolo fondamentale nell'equilibrio dei vini dolci. Senza una giusta acidità, il vino potrebbe risultare troppo pesante e difficile da bere. È l'acidità che rende il vino fresco e piacevole, anche quando accompagnato da dessert ricchi di zuccheri.

Aromi

I vini da dolci spesso hanno aromi intensi e complessi, che possono spaziare da note fruttate, floreali, fino a sfumature di spezie e miele. Questo li rende particolarmente adatti ad esaltare i sapori di dolci e frutta.

Tipi di vini da dolci

Moscato d'Asti

Il Moscato d'Asti è uno dei vini da dolci più famosi in Italia. Con il suo gusto leggero e frizzante, è perfetto per accompagnare dessert leggeri e frutta fresca.

Passiti

I passiti sono vini prodotti da uve appassite, che conferiscono una dolcezza naturale intensa e concentrata. Sono ideali per dessert più corposi, come i dolci al cioccolato o quelli a base di frutta secca.

Vini liquorosi

I vini liquorosi, come il Vin Santo, sono spesso dolci e potenti. Si abbinano bene con dolci tradizionali, come biscotti secchi o dessert cremosi.

Come abbinare i vini ai dolci

Principi generali per gli abbinamenti

L'abbinamento perfetto tra vino e dolce si basa su un equilibrio di sapori. Un vino dolce non dovrebbe sovrastare il dessert, ma piuttosto esaltarlo. Un buon principio è abbinare vini con una dolcezza pari o leggermente superiore a quella del dessert.

Equilibrio tra dolcezza e acidità

Un vino con una buona acidità può compensare la ricchezza di un dolce, rendendo l'esperienza gustativa più bilanciata e piacevole. Per esempio, un Moscato d'Asti con un dolce ricco di crema o panna è una scelta eccellente.

Moscato d'Asti: Un vino perfetto per i dolci

Origini del Moscato d'Asti

Il Moscato d'Asti è un vino prodotto nella regione piemontese, famoso per il suo carattere aromatico e leggero. È particolarmente apprezzato per la sua bassa gradazione alcolica e il suo gusto frizzante.

Caratteristiche del Moscato d'Asti

Questo vino ha un bouquet di profumi che vanno dal fiore di arancio alla pesca bianca, con una dolcezza delicata e una leggera effervescenza che lo rende perfetto per accompagnare i dessert.

Ca' d'Gal 2015 Moscato d'Asti DOCG "Vite Vecchia"

Storia del produttore

Ca' d'Gal è una cantina storica, nota per la produzione di Moscato d'Asti di altissima qualità. Il "Vite Vecchia" è un’etichetta speciale, che proviene da vigne antiche e selezionate, capaci di dare uve di grande complessità aromatica.

Note di degustazione

Il Ca' d'Gal 2015 Moscato d'Asti "Vite Vecchia" si presenta con un colore giallo dorato, un profumo intenso di fiori e frutta matura, e un gusto dolce ma equilibrato da una piacevole acidità. È un vino ideale per chi cerca un'esperienza di gusto unica.

Abbinamenti perfetti per il Moscato d'Asti

Dolci tradizionali italiani

Il Moscato d'Asti si abbina meravigliosamente con dolci tipici come il panettone, la colomba e la crostata di frutta. La sua leggerezza contrasta perfettamente con la dolcezza di questi dessert.

Frutta fresca

Per chi preferisce un fine pasto più leggero, il Moscato d'Asti è ottimo con frutta fresca come pesche e albicocche. La freschezza del vino esalta la naturale dolcezza della frutta.

I migliori vini da abbinare a torte

Panettone

Il Panettone, con la sua consistenza soffice e i suoi canditi, si abbina bene con vini dolci leggeri come il Moscato d'Asti.

Crostata di frutta

Per una crostata di frutta, un vino con una leggera effervescenza, come il Prosecco, può essere una scelta vincente.

I migliori vini da abbinare a dessert al cucchiaio

Tiramisù

Il Tiramisù, con i suoi sapori di caffè e mascarpone, richiede un vino dolce ma con carattere, come un Vin Santo o un passito.

Panna cotta

La panna cotta, con la sua delicatezza, si abbina perfettamente con un Moscato d'Asti.

Abbinamenti di vini con frutta fresca

Pesche e Moscato

Le pesche succose trovano nel Moscato un compagno ideale, grazie alla freschezza e dolcezza del vino.

Fragole e Prosecco

Le fragole, con la loro dolcezza e acidità, si abbinano bene con un Prosecco fresco e frizzante.

Come servire i vini da dolci

Temperatura di servizio

I vini da dolci vanno serviti freschi, generalmente tra i 6 e i 10 gradi, per esaltarne la freschezza e gli aromi.

Bicchieri adeguati

Un bicchiere da dessert più piccolo permette di concentrare gli aromi e apprezzare al meglio il vino.

Vini da dolci per occasioni speciali

Natale

Durante le festività natalizie, i vini dolci come il Moscato d'Asti e il Vin Santo sono perfetti per accompagnare i dolci tradizionali.

Matrimonio

In occasione di un matrimonio, un vino dolce può chiudere perfettamente il pasto, accompagnando la torta nuziale.

Come conservare i vini da dolci

Conservazione a lungo termine

I vini da dolci possono essere conservati in un luogo fresco e buio per diversi anni, migliorando in complessità.

Una volta aperti

Una volta aperti, vanno consumati entro pochi giorni per evitare che perdano freschezza.

Errori comuni nell'abbinamento di vini e dolci

Troppa dolcezza nel vino

Un errore comune è scegliere un vino troppo dolce per un dessert già dolce. Questo può risultare eccessivo e coprire i sapori del dolce.

Abbinamenti troppo contrastanti

Un abbinamento sbagliato tra vino e dolce può rendere l'esperienza meno piacevole. È importante scegliere vini che completino i sapori del dessert senza sovrastarli.

Conclusione

Scegliere il vino giusto per accompagnare un dessert o della frutta può trasformare una cena in un’esperienza gourmet. Vini come il Moscato d'Asti o il Ca' d'Gal 2015 "Vite Vecchia" offrono un equilibrio perfetto di dolcezza e freschezza, esaltando i sapori dei dolci senza sovrastarli. Conoscere i principi base degli abbinamenti e sperimentare con diverse opzioni può rendere ogni pasto indimenticabile.

 

Vini bianchi, esploriamo le eccellenze italiane in bottiglia

L'Italia, con la sua straordinaria varietà di terroir e di vitigni autoctoni, è una delle nazioni leader nella produzione di vini bianchi di alta qualità. Il clima variegato, la tradizione vinicola secolare e la maestria dei viticoltori italiani hanno dato vita a un panorama vinicolo ricco e diversificato. Esploriamo alcuni dei migliori vini bianchi d'Italia, provenienti da diverse regioni del Paese, molti dei quali sono recensiti dagli esperti enologi de LaChampagnerie.it e possono essere acquistati online facendoli recapitare direttamente a casa.

Vini bianchi: quali sono le eccellenze in Italia

Iniziamo il nostro viaggio nel nord-est dell'Italia, nel Friuli Venezia Giulia, una regione rinomata per i suoi vini bianchi. Tra i protagonisti indiscussi troviamo il Friulano, un vitigno autoctono che produce vini eleganti e raffinati, con note di mandorla, mela verde e fiori bianchi. Un altro vino bianco di spicco della regione è il Ribolla Gialla, caratterizzato da un'acidità vivace e da aromi di agrumi e pesca bianca. I Colli Orientali del Friuli e il Collio sono le aree di produzione più celebri, dove le condizioni pedoclimatiche ideali contribuiscono a conferire ai vini una complessità e una freschezza straordinarie.

Spostandoci verso ovest, incontriamo il Trentino-Alto Adige, una regione che vanta una produzione vinicola di altissimo livello. Qui il Pinot Grigio raggiunge vette di eccellenza, con vini che si distinguono per la loro purezza e precisione aromatica, esprimendo note di pera, mela e fiori di campo. Il Gewürztraminer, altro vitigno simbolo della regione, regala vini intensi e aromatici, con sentori di litchi, rosa e spezie, perfetti per accompagnare piatti speziati e formaggi erborinati.

In Veneto, il Soave è uno dei vini bianchi più apprezzati e riconosciuti a livello internazionale. Prodotto principalmente con uve Garganega, il Soave offre una gamma aromatica che spazia dai fiori bianchi agli agrumi, passando per note minerali e mandorlate. Le colline vulcaniche di Soave Classico rappresentano il cuore della denominazione, dove i vini acquisiscono una struttura e una complessità uniche, grazie anche all'influenza del suolo basaltico.

In Lombardia, nella zona della Franciacorta, si producono alcuni dei migliori spumanti metodo classico d'Italia. I Franciacorta bianchi, a base di Chardonnay e Pinot Bianco, si distinguono per la loro finezza e perlage, offrendo aromi di crosta di pane, agrumi e nocciola, con una freschezza e una persistenza che li rendono ideali per occasioni di festa e abbinamenti gastronomici di alto livello.

Scendendo verso il centro Italia, la Toscana non è solo patria di grandi rossi, ma anche di eccellenti vini bianchi. La Vernaccia di San Gimignano è uno dei vini bianchi toscani più celebri, con una storia che risale al Medioevo. Questo vino, prodotto con l'omonimo vitigno, si caratterizza per la sua struttura e complessità, con note di mela, mandorla amara e fiori di campo, e una mineralità che lo rende unico nel suo genere. La Toscana offre anche interessanti interpretazioni di Vermentino, un vitigno diffuso soprattutto lungo la costa, dove il clima mite e la vicinanza del mare conferiscono ai vini una freschezza e una sapidità inconfondibili.

Il Lazio, spesso sottovalutato, è in realtà un'area vinicola di grande interesse per i vini bianchi. Il Frascati, prodotto con uve Malvasia e Trebbiano, è un vino fresco e aromatico, con note di fiori bianchi, agrumi e mandorla. Nella zona di Montefiascone, il Trebbiano Toscano dà vita a vini leggeri e fragranti, ideali per accompagnare piatti di pesce e antipasti.

Proseguendo verso sud, la Campania è una regione che offre vini bianchi di straordinaria qualità, grazie alla presenza di vitigni autoctoni di grande pregio. Il Fiano di Avellino è uno dei vini bianchi più rappresentativi della regione, con un profilo aromatico complesso che spazia dai fiori bianchi alla frutta secca, passando per note di miele e spezie. Il Greco di Tufo, altro grande protagonista della viticoltura campana, si distingue per la sua struttura e la sua mineralità, con aromi di pesca, mela verde e mandorla. La Falanghina, infine, è un vitigno versatile che produce vini freschi e fragranti, con note di agrumi, mela e fiori bianchi, perfetti per accompagnare piatti di mare.

La Sicilia, con il suo clima mediterraneo e i suoi suoli vulcanici, è una terra di grande interesse per i vini bianchi. Il Carricante, vitigno autoctono dell'Etna, dà vita a vini di straordinaria eleganza e freschezza, con note di agrumi, erbe aromatiche e una mineralità che riflette il suolo lavico. Il Grillo, diffuso soprattutto nella zona di Marsala, offre vini aromatici e freschi, con sentori di agrumi, mela verde e fiori di campo. Anche il Catarratto, altro vitigno autoctono siciliano, produce vini di grande personalità, con una struttura importante e aromi di frutta matura e fiori bianchi.

Infine, la Sardegna è una regione che regala vini bianchi di grande interesse, grazie a vitigni come il Vermentino e il Nuragus. Il Vermentino di Gallura è uno dei vini bianchi più celebri della regione, con una freschezza e una sapidità che riflettono la vicinanza del mare, e aromi di agrumi, frutta esotica e fiori di campo. Il Nuragus, vitigno autoctono di origine antica, produce vini freschi e leggeri, con note di agrumi, mela verde e fiori bianchi, ideali per accompagnare piatti di pesce e frutti di mare.

In conclusione, l'Italia offre una straordinaria varietà di vini bianchi, ciascuno con le proprie peculiarità e caratteristiche distintive. Dalle Alpi alla Sicilia, ogni regione contribuisce con il proprio patrimonio vitivinicolo, dando vita a vini di eccellenza che riflettono la ricchezza e la diversità del territorio italiano. Questi vini rappresentano una parte fondamentale della cultura enologica del Paese e offrono sia agli appassionati che ai neofiti un'infinita gamma di esperienze gustative.

Come aprire una cantina vinicola con successo

Aprire una cantina vinicola può essere un sogno che si realizza per gli appassionati di vino, ma è anche un'impresa complessa che richiede una pianificazione accurata e una gestione efficace. In questo articolo, esploreremo i passaggi fondamentali per avviare una cantina vinicola di successo, dall'acquisto del terreno alla promozione del tuo marchio.

Scegli la giusta posizione

●     Valuta il terreno

La scelta del terreno è cruciale per la qualità delle uve e del vino prodotto. Considera fattori come il clima, il terreno, l'esposizione al sole e l'accessibilità dell'acqua.

●     Vicinanza ai mercati

La vicinanza ai mercati può facilitare la distribuzione e la vendita del vino, oltre a rendere più semplice l'attrazione di visitatori e turisti.

●     Analizza la concorrenza

Esamina la presenza di altre cantine nella zona e valuta se la tua proposta avrà un vantaggio competitivo.

Pianifica l'investimento

●     Stima dei costi

Calcola i costi iniziali per l'acquisto del terreno, la costruzione delle strutture, l'acquisto di attrezzature e la formazione del personale. Includi anche i costi operativi ricorrenti.

●     Finanziamenti

Esplora le opzioni di finanziamento disponibili, come prestiti bancari, sovvenzioni governative o investitori privati.

●     Business plan

Elabora un business plan dettagliato che includa obiettivi a breve e lungo termine, strategie di marketing e previsioni di vendita.

Scegli le varietà di uva

●     Adattabilità al terreno e al clima

Scegli varietà di uva che si adattino alle caratteristiche del terreno e al clima della tua regione.

●     Popolarità sul mercato

Considera le preferenze dei consumatori e le tendenze del mercato nella scelta delle varietà di uva da coltivare.

●     Diversificazione

Coltivare diverse varietà di uva può aiutare a diversificare la tua offerta e a ridurre i rischi legati a malattie o condizioni climatiche avverse.

Costruisci e gestisci la cantina

●     Strutture e attrezzature

Progetta e costruisci le strutture necessarie per la produzione, l'invecchiamento e la conservazione del vino, oltre agli spazi per la vendita e l'accoglienza dei visitatori.

●     Personale qualificato

Assumi personale qualificato, come enologi ed esperti di viticoltura, per garantire la qualità del vino e la gestione efficace della cantina.

●     Normative e licenze

Informarsi sulle normative locali e nazionali relative alla produzione e vendita di vino e ottenere tutte le licenze necessarie.

Promuovi il tuo marchio

●     Strategia di marketing

Sviluppa una strategia di marketing efficace che promuova il tuo marchio e i tuoi prodotti. Utilizza canali online e offline, come social media, siti web, degustazioni, eventi e collaborazioni con ristoranti e negozi di vini.

●     Packaging e design

Cura il packaging e il design delle etichette per riflettere l'identità del tuo marchio e attirare l'attenzione dei consumatori.

●     Turismo enogastronomico

Sfrutta il turismo enogastronomico offrendo visite guidate della cantina, degustazioni e eventi speciali. Questo può aiutare a promuovere il tuo marchio e a stabilire relazioni durature con i clienti.

●     Collaborazioni e partnership

Collabora con altre aziende del settore, come ristoranti, enoteche e tour operator, per promuovere il tuo vino e ampliare la tua rete di contatti.

Gestisci la tua Partita IVA in modo ottimale

La corretta gestione degli adempimenti fiscali legati alla Partita IVA richiede molta attenzione e l’impiego di tempo per poter essere sempre in regola con le scadenze, le dichiarazioni e le tempistiche dei pagamenti all’agenzia delle entrate.

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Le migliori cantine ed esperienze di degustazione in Italia

L’interesse e in molti casi l’autentica passione per il mondo del vino è in aumento. Sempre più persone non si limitano ad apprezzare una buona bottiglia, ma desiderano avere più informazioni sulla sua provenienza. Il vino permette di creare un ponte molto stimolante tra turismo ed enogastronomia e di andare per chi lo desideri, alla scoperta del territorio e delle tradizioniSempre più cantine e vigne aprono a visite e degustazioni e questo tipo di esperienze vanno decisamente per la maggiore, sia tra gli italiani che tra i turisti stranieri, che spesso riconoscono e apprezzano il nostro paese anche per le sue eccellenze enogastronomiche.

Ogni regione ha i suoi vini e le sue location, tutte da esplorare e scoprire. Ad esempio puoi scoprire le cantine e degustazioni di vini sul lago di Garda con www.nowmyplace.com, sito dedicato proprio alle esperienze in quel particolare territorio.

Le cantine più belle d’Italia

Elencare le cantine più belle d’Italia sarebbe impossibile se l’obbiettivo fosse quello di essere completamente esaustivi. Si possono però, senza dubbio, segnalare alcune cantine particolarmente interessanti tra quelle visitabili, per degustazioni o altre attività. In pratica ogni regione d’Italia ha la sua Top10 di cantine particolarmente degne di nota, ma ci limitiamo a indicarne 5 davvero imperdibili, sperando di non scontentare nessuno. Iniziamo con una delle più rinomate, la cantina Donnafugata a Marsala in Sicilia. La sua storica sede, con edifici che risalgono al 1851 è visitabile tutto l’anno e oltre ad essere una meta apprezzabile per gli amanti del buon vino è interessante anche per gli appassionati di archeologia industriale.

Il momento migliore per programmare una visita in questa cantina è probabilmente l’estate, il 10 agosto ad esempio vi si organizza l’evento Calici di Stelle, davvero da non perdere. La seconda cantina che consigliamo di visitare è quella della Tenuta Castelbuono in Umbria, tra i comuni di Montefalco e Bevagna.

La location è molto particolare e apprezzabile da chi ama l’architettura, nascendo da un progetto di Arnaldo Pomodoro. La sua grande cupola ricoperta di rame, ricorda il carapace di una tartaruga e rende questo luogo unico nel suo genere.

Nell’entroterra di Piombino c’è invece la Cantina Petra, con progetto firmato da Mario Botta. La sua struttura è stata scavata nella collina e si fonde perfettamente con il territorio circostante. La tenuta è visitabile e si potrà effettuare un percorso che si snoda tra la zona di pigiatura, la sala degli acciai e le barricaie. Sarà un’esperienza davvero memorabile. Le Aziende Vitivinicole Ceretto in Piemonte sono un’altra destinazione decisamente consigliata per vivere una bella esperienza di scoperta di grandi vini e splendidi territori. Il progetto della struttura è firmato in questo caso dagli architetti torinesi Luca e Marina Deabate e caratterizzato da un originale cubo di vetro.

Tutto è molto decorato, colorato e luminoso, anche grazie all’intervento di vari artisti, come David Tremlett e Sol LeWitt. Una destinazione perfetta quindi non solo per chi ama bere bene, ma anche per chi apprezza arte e architettura. Concludiamo questa breve lista con la Cantina Allegrini nella Valpolicella, in Veneto, ospitata in una villa del 1560. Una lussuosa dimora di campagna, oggi scelta sempre più spesso come location per matrimoni e altri eventi. Un luogo dove rilassarsi e ristorare occhi, mente e naturalmente anche palato.

Scopriamo il Brunello di Montalcino, la migliore espressione Sangiovese grosso

Insieme a Barolo e Barbaresco, la città di Montalcino con le sue colline attorno, a una ventina di chilometri a sud di Siena, è considerata una delle mete di ogni appassionato di vino che si voglia definire tale. Il Sangiovese che cresce qui è chiamato Sangiovese Grosso o volgarmente Brunello. I suoi acini piccoli e la buccia più spessa producono un vino più scuro e tannico del Sangiovese con cui si produce, ad esempio, il Chianti, più a nord tra le colline fiorentine. Il terroir di Montalcino è perfetto per i grappoli di Sangiovese Grosso. Le colline a nord sono costituite da terreni ricchi di calcare e galestro, che permettono di produrre vini più strutturati. Le colline a sud sono argillose e danno vini più corposi, ma sia a nord che a sud, la maggior parte dei viticoltori si posiziona a metà collina, dove il drenaggio è ideale e le brezze accarezzano le viti rinfrescando dalla calura estiva.

Brunello di Montalcino: scopriamo questo vino

Negli anni 70, nella zona del Chianti si assistette ad un abbassamento della qualità media a fronte di un grande aumento della produzione, ma questo non successe a Montalcino, dove la famiglia Biondi Santi, il maggior esponente del Brunello, lo preservò da quella che sembrava una corsa verso un burrone. Biondi Santi è forse la più prestigiosa cantina che produce Brunello di Montalcino, i costi e la disponibilità delle sue etichette ne sono la prova. Un'altra ragione dello status di prestigio di questo vino è che il Brunello di Montalcino è sempre stato al 100% Sangiovese e non ha mai ceduto alle tentazioni dei famosi vitigni internazionali che in altre zone della Toscana diedero vita al fenomeno dei Supertuscan. Il Brunello di Montalcino è un vino che da sempre è noto per migliorarsi con un lungo invecchiamento ed infatti, secondo il rigido disciplinare del Brunello di Montalcino, i vini Brunello devono essere invecchiati per cinque anni prima della commercializzazione, di cui due anni in rovere e quattro mesi di affinamento in bottiglia. Un tempo era abbastanza comune utilizzare le barrique (o botti piccole), ma oggi sempre più produttori invecchiano il loro Brunello in grandi botti nuove o in rovere più vecchio, per non influenzare le peculiarità del Sangiovese.

Al suo apice, in condizioni di conservazioni perfette, il Brunello di Montalcino è un vino espressivo, corposo e complesso, ricco di frutta rossa quali la ciliegia e di note scure come cuoio e tabacco. C’è una curiosità che ho sentito dire più volte, ma di cui non conosco la genesi, questa dice che attraverso un bicchiere di Brunello si possa leggere la Gazzetta dello Spor, che è nota per avere un fondo rosa e quindi meno contrastata di un normale quotidiano. Il Brunello di Montalcino è dotato di buona dose di acidità oltre che piuttosto tannico garantita dalla spessa buccia dell’uva con cui è prodotto. Fino ai dieci anni dalla vendemmia, i Brunello di Montalcino conservano una buona parte fruttata, lasciando poi spazio alle note più scure, quali il cuoio, le spezie ed il tabacco.

I vini chiamati Rosso di Montalcino sono essenzialmente dei vini a base di Sangiovese senza tutta la selezione e l’invecchiamento del Brunello di Montalcino. Sono vini quindi più giovani, vivaci e invecchiati solo un anno, per essere meno costosi e più semplici da bere.

Oggi Montalcino è in grande fermento dopo le evoluzioni ai vertici delle maggiori aziende. Infatti, gli ultimi decenni hanno visto acquisizioni e cambi di proprietà nelle maggiori cantine della zona. Questa scossa ai vertici è stata accompagnata da una pioggia di giovani viticoltori, che si orientano, come tipico dei giovani, verso il biologico, il biodinamico, alla ricerca di nuovi sentieri verso il successo.

Come scegliere la Cantinetta per il Vino?

Chiunque sia un appassionato di vini si sarà trovato almeno una volta a domandarsi quale sia il luogo ideale in cui conservarli per mantenere inalterate le loro proprietà organolettiche. In assenza di una cantina o di spazio in una stanza interrata fresca ed asciutta, è possibile ricorrere all'acquisto di una cantinetta frigorifero per il vino. Le cantinette per vino, che sono disponibili in commercio in vari modelli come ad esempio a libera installazione, da incasso e da semi-incasso, sono la scelta ideale sia per gli esperti che per i semplici appassionati alla ricerca di una soluzione per preservare i propri vini da qualunque tipo di alterazione. 

Cosa valutare nella scelta della cantinetta perfetta

Prima di scendere nel dettaglio delle caratteristiche che una cantina vino da incasso o a libera installazione deve possedere è importante fornire una panoramica delle suddette. Tra i fattori che contribuiscono alla qualità di una cantinetta vino è il caso di citare le dimensioni, la capacità in bottiglie, i materiali di realizzazione e la possibilità di impostare la temperatura e l'umidità del dispositivo in base alla tipologia di vino e alle proprie esigenze specifiche. 

Dimensioni e luogo dove collocarla

Il primo fattore da tenere in considerazione è la dimensione della cantinetta vino. Le dimensioni sono importanti soprattutto nel caso in cui si decida di acquistare una cantinetta da incasso, così da poterla integrare con facilità nel mobilio già presente, ma possono risultare rilevanti anche per le cantinette a libera installazione.

Per quanto riguarda invece il luogo in cui posizionarla, è essenziale che la cantinetta sia tenuta a debita distanza da eventuali fonti di calore e lontano dai raggi del sole diretti.

Regolazione della temperatura e dell’umidità

Per conservare al meglio i vini all'interno della cantinetta è indispensabile avere la possibilità di regolare a piacimento sia la temperatura che il grado di umidità. Le cantinette vino più moderne, ad esempio, sono caratterizzate da un doppio piano per la conservazione di vini diversi, e permettono di impostare una temperatura compresa tra i 5° e i 20°.

L'umidità, che invece deve essere regolata per evitare che i tappi si secchino o che il vino evapori, deve attestarsi tra il 50% e l'80%.

Capienza: quante bottiglie deve contenere

Quando si parla di capienza in relazione ad una cantinetta vino si fa riferimento al numero di bottiglie che quest'ultima è in grado di contenere. Le cantinette frigorifero in commercio vanno dai modelli più piccoli, che possono contenere fino ad un massimo di 10 bottiglie, per arrivare ai modelli di grandi dimensioni, in grado di conservare anche fino a 50 bottiglie.

Materiali e Design

Ultimo fattore da considerare è infine il materiale della cantinetta vino. La maggior parte dei modelli moderni è realizzata in acciaio inox o in alluminio temperato, materiali che resistono agli urti e durano a lungo nel tempo, ma non mancano le cantinette che combinano questi materiali a dettagli in plastica. Per quanto riguarda i ripiani, invece, è preferibile che siano realizzati in legno per assorbire e ridurre le vibrazioni del compressore.

Come prendersi cura di un vigneto?

Scopriamo insieme come prendersi cura di un vigneto in questo articolo.

Se sei capitato in questo articolo probabilmente è perché sei un appassionato di vino e hai deciso di fare un passo insolito, magari hai scelto di trasformare questa tua passione in un lavoro oppure di dedicargli ancora più spazio nella tua vita creando un vigneto. Ovviamente sappiamo bene che per un vigneto c’è necessità di molto spazio e di molti soldi da investire ma se quello che vuoi è iniziare a famigliarizzare con la vite ed imparare a prendertene cura allora sei capitato nel posto giusto. In fondo le grandi imprese nascono a piccoli passi e lo sa bene la Kellerei Kaltren, una viticoltura e un’organizzazione creata da 400 piccoli viticoltori che lavorano tutti insieme alla produzione dei loro vini. Andiamo a scoprire in questo articolo come iniziare e scopri se questa è l’attività più giusta per te.

Da dove iniziare?

Il primo passo da compiere è quello di trovare il terreno, per iniziare puoi anche affidarti ad un piccolo spazio non è necessario acquistare un terreno grandissimo anche perché come ti abbiamo già fatto presente c’è bisogno di budget sia per iniziare sia per mantenere attiva l’attiva. Trovato il tuo spazio dovrai valutare il clima che hai a disposizione e consultarti con un agronomo che analizzando il tuo terreno saprà indicarti la varietà di uva più adatta da coltivare. Per quanto riguarda il clima, la vite ha bisogno di trovarsi in una posizione altamente soleggiata ed ha bisogno di un clima asciutto. È necessario inoltre assicurarsi un buon drenaggio perché la vite non sopporto i ristagni di acqua e marcisce facilmente.

Piantare la vite

Create dei solchi di circa 60 cm e fertilizzate tutto con concime organico. Appena avrete eseguito questo passaggio allora potrete piantare le barbatelle. Il periodo migliore per piantare è ottobre e novembre, e poi marzo.

Il primo anno di vita

Il primo anno di vita la pianta ha bisogno di molte cure, sarà necessario irrigarla con regolarità, donarle il fertilizzante specifico a base di azoto, eliminare le erbacce che potrebbero nascere nel tempo.

Quando si raccoglierà l’uva?

L’uva si potrà raccoglierla a partire dal quarto anno di età della pianta e sarà di buona qualità, si stima però che generalmente un’ottima uva sarà pronta solamente dal 10 anno. Quindi non meravigliarti se nel frattempo l’uva prodotta non sia eccellente come ti aspettavi.

Cure da dedicare alla pianta

Per tutta la sua vita la vite avrà bisogno di essere curata adeguatamente con tante piccole attenzioni. Sarà necessario eseguire una potatura regolare, proteggerla con le adeguate protezioni, fare attenzione alla comparsa di eventuali malattie e molto altro. Prendersi cura di una vite non è un gioco ma richiede sacrificio, pazienza e impegno costante ogni giorno. Dovrai perciò veramente dedicarti a questa passione al 100% se vorrai ottenere degli ottimi risultati.

Un viaggio enologico in terra friulana: le eccellenze di Villa Vitas

Il vino, conosciuto nell'antichità come nettare degli dei, decantato e dipinto in odi, opere e poemi, è una delle bevande più conosciute e apprezzate al mondo. L'Italia ha una lunga e importante tradizione vinicola che affonda le sue radici in tempi antichissimi. A diffondere la coltivazione delle viti, alcune delle quali vengono tutt'ora vinificati in particolare al Sud, furono i Greci nel VII secolo a.C e poi i romani ne appresero le tecniche diffondendone la cultura nel resto d'Europa. Fatto sta che ancora, ad oggi, il Bel Paese è uno dei principali produttori di vini tra i migliori al mondo. 

Le Regioni che detengono la maggior parte della quota di produzione di vino sono Toscana, Piemonte, Sicilia, Veneto, Puglia ed Emilia Romagna, mentre il Friuli Venezia Giulia è da sempre conosciuto come la terra dei grandi vini bianchi. La fama di questi vitigni ha spinto gli appassionati di vino a definirli superwhites. In terra friulana, accanto a vitigni internazionali come lo Chardonnay, il Sauvignon, il Cabernet Franc e il Pinot bianco sono presenti tutta una serie di vitigni autoctoni, i cui vini caratterizzano l'enologia del Friuli Venezia Giulia. Tra questi ultimi ricordiamo il Friulano, la Glera e il Ribolla Gialla. Soffermiamoci adesso su quest'ultimo vitigno, scoprendone la storia e le principali caratteristiche.

 

Storia e caratteristiche organolettiche di uno dei vitigni friulani più famosi al mondo

Prima di parlare del vino è importante conoscere la storia del vitigno. Il Ribolla Gialla è un vitigno a bacca bianca. Le teorie sulle sue origini sono diverse. C'è chi pensa che i suoi antenati sono da rintracciare nell'uva Avola, importata dai romani durante il loro dominio in terra friulana, e chi invece li riconduce alla varietà Robola, presente nelle isole meridionali della Dalmazia o più a sud fino a Cefalonia. Si ritiene che questa varietà sia stata importata nel Friuli ad opera di alcuni mercanti veneziani intorno al 1100.

Ma quest'ultima tesi è stata smentita a seguito della profilazione del DNA, avvenuta nel 2007, la quale ha dimostrato che non c'è alcuna correlazione genetica tra Robola e Ribolla Gialla. L'ipotesi più accreditata e sostenuta da moltissimi studiosi è invece quella che la ritiene di origine autoctona. Il territorio per eccellenza di questo vitigno è collinare, infatti è particolarmente diffuso tra Udine e Gorizia, dove dà origine a vini intensi e strutturati. I suoi grappoli sono abbastanza compatti, di piccole dimensioni, e hanno una forma cilindrica-piramidale.

Gli acini, di colore giallo, sono medi e leggermente schiacciati. La maturazione è lenta, tanto è vero che si vendemmia sempre a fine settembre. Tra i vini prodotti da questo vitigno ricordiamo il Ribolla Gialla Brut, dal colore giallo paglierino con lievi riflessi verdognoli. Un vino fresco sia all'olfatto che al palato, strutturato, dal gusto delicato e dal caratteristico aroma fruttato. Perfetto da degustare con degli antipasti, primi e secondi piatti a base verdura e pesce. Interessante è l'abbinamento con il fritto di verdure, vista la capacità di questo spumante di tenere a bada l'unto grazie alla sua spiccata acidità e all'anidride carbonica ben fusa alle altre sostanze del vino. Decisamente azzeccata invece è la scelta di accompagnarlo a pesce dal sapore delicato come le ostriche, i tartufi di mare, i crostacei e il carpaccio di pesce spada.

 

Villa Vitas: uno splendido viaggio alla scoperta dei vini del Friuli Venezia Giulia.

L'enoturismo, soprattutto negli ultimi anni, desta un certo interesse in qualsiasi viaggiatore. Infatti, mentre in passato era visto più come un segmento di nicchia oggi è diventato un'attrattiva che abbraccia a 360 gradi qualsiasi tipo di turista: dal semplice curioso all'appassionato di vino, passando poi per l'esperto e il vero e proprio professionista. Villa Vitas, tenuta storica situata nel cuore del borgo feudale di Sassuolo, tra le città di Palmanova e Aquileia, da oltre un secolo si dedica con amore e dedizione al mondo del vino e alla sua produzione.

Tantissimi i vini prodotti della cantina della famiglia Vitas, tra cui il ribolla gialla brut, tutti acquistabili all'interno del wineshop. Oltre ad essere una dimora storica di grandissimo pregio e permettere ai suoi ospiti di fare un viaggio gustativo tra i vini tipici del Friuli Venezia Giulia, regione a forte vocazione vitivinicola, Villa Vitas è il posto ideale per organizzare eventi di vario genere o, semplicemente, trascorrere qualche giorno di meritato relax in una location esclusiva immersa completamente nel verde. Una maniera del tutto diversa di vivere e sperimentare la cantina attraverso modalità nuove e più coinvolgenti.

Digital Pr Sardegna per il rilancio del Vino

In Sardegna il comparto enologico è in continua crescita, infatti anche le quote di nuovi impianti sono in crescita. Nel 2021 sono stati assegnati  264,55 ettari per nuovi impianti viticoli, le domande dovranno essere presentate entro il 31 marzo prossimo, per una superficie fino a un massimo di 7 ettari. Questo fa capire quando il comparto sia importante per l’Isola. Ma non basta per fare crescere l’economia locale. Il prodotto va commercializzato e pubblicizzato: bisogna farlo bene. Come? 

In questo momento la soluzione migliore per poter avere risultati tangibili e concreti sono è necessario riferirsi a chi fa Digital Pr in Sardegna e lo fa bene.

 

Digital PR Sardegna: il web, il mercato da scoprire

Il web è un mercato da scoprire per tutti coloro che oggi, in Sardegna, ma non solo, producono vino. E’ fondamentale essere online anche perchè secondo le proiezioni degli analisti, una larga parte del budget complessivo di marketing verrà impiegata nel segmento delle digital PR. Cosa sono le PR?  Sono quelle strategie di comunicazione che aiutano l’azienda a vendere ne abbiamo parlato con Ele22 Digital Pr Sardegna.

Il web può essere il più grande mercato del mondo ed in realtà lo è ma è anche vero che bisogna conoscerlo per poter essere vincenti.

Ad oggi sul web gli investimenti sono in crescita costante: si stimano circa 150miliardi di dollari solo durante questo anno. “le Digital Pr” ci racconta Ele22, “sono sicuramente le migliori opzioni di marketing oggi sul mercato”. 

 

Digital Pr: impatto economico e ritorno nel mondo del vino

La vendita del vino è indubbiamente importante, in Sardegna sono cresciute le cantine e solo poche sono presenti in rete. Chi è online, oltre alle realtà importanti i cui brand sono già noti, deve dedicarsi a farsi conoscere e per farlo, ci racconta Ele22, bisogna usare bene la comunicazione digitale utilizzando al meglio le pubbliche relazioni online, comunemente indicate come digital pr, per poter far conoscere a tutti il valore aggiunto di quel vino e di quella cantina. Il vino va promosso bene. 

I passaggi necessari per una cantina in Sardegna ed ovunque sono semplici da fare ma impegnano risorse economiche che poi, solo se c’è un ottimo lavoro di marketing tornano indietro. Per questo motivo chi si occupa di Digital Pr cerca di generare intorno ad una cantina di vino una ottima rete di consensi generata da blogger ed esperti ma anche da dei social curati al massimo ed articoli a richiesta su testate e spazi tematici.

E’ pressoché inutile investire in pubblicità tradizionale oggi è molto più conveniente investire in rete. Nel web infatti il target si raggiunge più facilmente, si possono generare campagne personalizzate e studiarne i risultati tanto da ottenere un perfetto ritorno ed una crescita delle vendite che può essere imprevedibile.

La leggenda dello champagne Dom Pérignon

Quando si parla di champagne, non si può non pensare al Dom Pérignon, una delle maison più celebri e importanti in questo settore a livello mondiale. Dom Perignon è uno degli champagne con il prezzo più alto sul mercato.
Questo champagne non ha bisogno di presentazioni, quasi tutti almeno una volta lo abbiamo assaggiato (o vorremmo), magari in momenti speciali, ma in pochi sanno della leggenda che si trova alle sue origini…

La ricerca della perfezione di Dom Pierre Perignon e il suo champagne

La storia di questo champagne comincia nel 1600 quando un giovane monaco chiamato Dom Pierre Perignon iniziò ad occuparsi delle viti della zona dello Champagne, in Francia. Da qui partì la sua prima produzione di champagne, che richiese svariati tentativi di fermentazione fino a trovare la formula perfetta del vino eccellente che oggi conosciamo degustiamo e apprezziamo.
Dom Perignon fu in grado di unire una grande uva ad idee geniali, sicuramente un visionario avanti per il suo tempo.
Dom Perignon pensò anche al “contenitore” perfetto per la sua produzione. Cercò un vetro speciale che potesse conservarlo e lo trovò in bottiglie molto pesanti. Il tappo invece fu scelto in sughero, altrimenti la fermentazione non sarebbe stata possibile.

Secondo la leggenda i primi esperimenti del monaco francese furono chiamati “il vino del diavolo” per paura che le bottiglie, a causa dell’alta pressione, potessero scoppiare causando gravi problemi.

Dom Perignon lasciò anche una sorta di regolamento per la produzione del suo vino: non vendemmiare mai questo prodotto con i piedi e farlo solamente al mattino.
Queste regole potrebbero sembrare insolite ma hanno sicuramente un valore e un fondamento scientifico che Dom Pierre Perignon aveva studiato per tutta la sua vita.

Il miglior prezzo Dom Perignon è tenuto sott’occhio da questo innovativo osservatorio.

Il Dom Perignon oggi

Dopo 400 anni, il prodotto di Dom Perignon è ritenuto lo champagne migliore al mondo. Oggi viene prodotto da “Moet e Chandon” e rimane un’eccellenza del suo settore.
Alla base del suo successo, oltre alla sua produzione e al suo particolare metodo di fermentazione, la cosa più importante è che venga prodotto esclusivamente con uve raccolte durante le migliori vendemmie.

Oggi il Dom Perignon è subito collegato ad eleganza, classe e a eventi speciali. Nel settore enogastronomico il Dom Perignon viene spesso servito con piatti a base di pesce. Recentemente anche il tartufo è diventato un ottimo accompagnamento dello champagne, in special modo in piatti di terra.

Il Dom Perignon è un vino per un brindisi importante di classe e raffinato, difficile da dimenticare.